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Sfruttamento e lavoro nero nel Siracusano, duecento euro al mese per 10 ore di lavoro

La Procura indaga su 24 persone, tra loro anche 16 percettori del Reddito di cittadinanza

Pubblicato:30-09-2022 13:45
Ultimo aggiornamento:30-09-2022 13:45
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lavoro nero Francofonte
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PALERMO – Una paga che si aggirava tra i cento e i duecento euro al mese a fronte di turni che prevedevano non meno di dieci ore di lavoro, anche nei giorni festivi e di notte. A scoprire lo sfruttamento sono stati i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Siracusa, insieme con i colleghi del Comando provinciale e di altre pattuglie delle province di Catania, Messina, Enna e Ragusa.

LA PROCURA DI SIRACUSA INDAGA SU 24 PERSONE

L’inchiesta vede 24 indagati e ha portato a decine di perquisizioni decise dalla Procura di Siracusa. Tra le persone sotto indagine due imprenditori e sei ‘caporali’, ritenuti responsabili in concorso tra loro di sfruttamento ai danni di 27 lavoratori in nero. Sedici di questi ultimi, inoltre, percepivano anche il Reddito di cittadinanza e per questo risultano indagati. Il lavoro consisteva nell’assemblaggio di centinaia di componenti in plastica per sistemi di irrigazione.

IL RUOLO DEI ‘CAPORALI’

L’indagine è stata avviata nel mese di dicembre del 2021 a seguito di alcuni servizi di osservazione svolti d’iniziativa dai carabinieri. A seguire sono arrivate le intercettazioni telefoniche e ambientali, e le riprese video, che hanno portato alla scoperta di una società con sede a Francofonte che esternalizzava le proprie attività produttive grazie all’intervento di sei ‘caporali’ a cui venivano consegnati sacchi contenenti vari oggetti da assemblare. A questi era demandato il compito di reperire nel territorio di Francofonte manovalanza a basso costo che effettuasse in nero – nelle proprie abitazioni, con turni di lavoro massacranti e senza alcun minimo requisito di sicurezza – il grosso del lavoro.


TRA GLI INDAGATI ANCHE 16 PERCETTORI DEL REDDITO DI CITTADINANZA

I 16 lavoratori che percepivano il Reddito di cittadinanza dovranno rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nelle abitazioni perquisite dai carabinieri sono state trovate attrezzature, pinze e vernice spray, ma anche quaderni e agendine che riportavano scrupolosamente i turni di lavoro giornaliero, oltre che le consegne dei materiali e i movimenti in entrata e in uscita dei numerosi sacchi che non erano passati inosservati agli occhi dei carabinieri.

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