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Violenza donne, Comitato delle Madri: “La relazione sull’alienazione parentale non resti una lettera morta”

"Nessun intervento su 36 casi segnalati dalla commissione"

Pubblicato:30-08-2023 20:06
Ultimo aggiornamento:30-08-2023 20:11
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Nessun intervento su 36 casi segnalati da commissione”ROMA – La Commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio e ogni altra forma di violenza si è riunita per la prima volta ma già sono numerose le voci della società civile che si rivolgono ai parlamentari e alle parlamentari che ne fanno parte per portare i propri appelli. Il Comitato Madri unite contro la violenza istituzionale ha scelto di lanciare un monito alla nuova Commissione d’inchiesta, denunciando in un comunicato stampa come il “monumentale lavoro” della precedente, presieduta dalla senatrice Valeria Valente, sia rimasto sostanzialmente “lettera morta”. Il riferimento è in particolare alla Relazione sulla vittimizzazione secondaria redatta nel 2022, nella quale venivano illustrati 36 casi di vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale.

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Ampio spazio era quindi dedicato a quelle madri bollate da ctu come “alienanti” rispetto alla figura paterna (o espressioni analoghe), un’etichetta che, da sola, basta a metterne in discussione l’adeguatezza come genitore e la frequentazione dei figli, in contesti di separazioni conflittuali. La Relazione, a detta del Comitato, verrebbe sostanzialmente ignorata nei Tribunali. “Ci permettiamo di asserire ciò in quanto come Comitato ogni giorno riceviamo richieste di aiuto e segnalazioni di donne rivittimizzate ferocemente all’interno dei Tribunali di tutta Italia, con storie sostanzialmente fotocopia una delle altre”, scrivono le ‘mamme coraggio’.


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Il Comitato stigmatizza innanzitutto l’allontanamento coatto dei bambini dalle proprie madri, che avviene, per le madri e attiviste, “non a causa di reati commessi (…) in danno dei figli ma semplicemente sulla base di perizie psicologiche, cariche di pregiudizio, redatte dai consulenti tecnici d’ufficio dei Tribunali (…) e/o dai servizi sociali”. Perizie che, proseguono le mamme, “si traducono di fatto in automatico in provvedimenti e decreti (spesso inappellabili) dell’autorità giudiziaria con cui si arriva a stravolgere radicalmente la vita dei bambini e dell’intero nucleo familiare materno“.

Le madri ricordano che spesso tutto ciò si verifica in corso di cause di separazione con allegazioni di violenza e che la sindrome di alienazione parentale cui spesso le ctu fanno riferimento, più o meno velatamente, per giustificare l’allontanamento dei bambini, di fatto non esiste, non è riconosciuta dalla comunità scientifica e il suo uso “non può dirsi legittimo” neanche secondo la Cassazione (9691/2022).

“Le denunce di violenza domestica, maltrattamenti e abusi (…) e laddove i minori per questo rifiutino il padre e/o ne abbiano giustamente paura, portano non ad una protezione delle vittime come ci si aspetterebbe (…) ma ad una vera e propria criminalizzazione delle vittime (…) bollate immediatamente come malevole, alienanti, simbiotiche, inadeguate, vendicative, ostacolanti il rapporto con il padre, ed allontanate, anche con violenza, dai figli che saranno affidati o al padre o ad una casa famiglia per essere ‘riprogrammati psicologicamente’ e ‘scollegati’ dall’affetto materno e dalla loro vita”, è quanto asserito dal Comitato.

Secondo le madri ci sarebbe poi un uso eccessivo dell’archiviazione anche delle denunce sporte contro gli operatori, i tutori, i curatori: in questo modo, sostengono le madri coraggio, “la denuncia (…) diventerà un boomerang per la donna e i suoi bambini” perché “la donna sarà ritenuta una sorta di mitomane con mania di denunciare tutto e tutti”. Le madri parlano di “un feroce sistema che condanna donne e bambini ad un calvario giudiziario di anni, una macchina da guerra elevata a sistema su tutto il territorio nazionale, ripristinando di fatto la violenza del principio patriarcale della Patria Potestà. (…) Le madri- aggiungono- non hanno alcuna possibilità di difesa una volta che la perizia del CTU di turno le abbia bollate come ‘madri alienanti’, un marchio indelebile ed infamante che pregiudicherà ogni altra azione futura – giuridica e/o di altra natura – di queste donne e distruggerà la loro vita e quella dei loro figli sotto ogni aspetto compreso quello economico”.

Le ‘mamme coraggio’ si rivolgono quindi alla presidente della Commissione Femminicidio Martina Semenzato, chiedendo un intervento urgente che metta al più presto in campo “tutto quanto in suo potere e competenza per porre fine (o almeno contrastare) questa sistematica e feroce vittimizzazione secondaria su donne e minori questa costante, sistematica e reiterata violazione dei loro diritti”. Tornando sui trentasei casi oggetto della Relazione 2022, “queste donne e i loro figli hanno continuato, anche dopo l’annovero delle loro vicende nella relazione, a subire ulteriore persecuzione nelle aule giudiziarie mentre i soggetti che li hanno rivittimizzati non hanno subito alcuna conseguenza (neppure un richiamo) anche quando oggetto di specifica denuncia da parte delle donne”, denunciano le mamme nel comunicato. “Auspichiamo- concludono- che la nuova Commissione voglia farsi parte attiva (…) affinché finalmente si pongano in atto azioni concrete che possano metter fine ai calvari giudiziari di donne e minorenni e partano le ispezioni richieste a suo tempo al Ministero della Giustizia sui suddetti casi (…)”

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