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“Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli nella ricostruzione che deve essere veloce”. E’ il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge ai cittadini dell’Emilia Romagna da Forlì e Cesena, dove oggi ha visitato le terre colpite dall’alluvione, accompagnato dal governatore Stefano Bonaccini. La ricostruzione è “un’esigenza nazionale”, aggiunge Mattarella assicurando “un appoggio costante” da parte delle istituzioni. Non rinuncia alla polemica il ministro della Protezione civile e del mare Nello Musumeci, che si rammarica del fatto che nessun esponente del governo sia stato invitato in Emilia Romagna insieme al Capo dello Stato.
Dopo la sconfitta del centrosinistra alle comunali, il Movimento 5 stelle si dice disposto a dialogare con il Partito democratico, ma, spiega il leader Giuseppe Conte, “senza annacquare le nostre battaglie. Giorgia Meloni non si batte con il campo largo”. Nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, l’ex premier rilancia la proposta “di prelevare gli extraprofitti di aziende farmaceutiche, energetiche e belliche, per redistribuirli a chi ne ha bisogno”. La manifestazione convocata a Roma dai 5 stelle il 17 giugno contro il governo, sottolinea Conte, sarà “l’occasione per dare voce al disagio sociale”.
Definirsi “patrioti” oggi non è più considerato “un appellativo dispregiativo o obsoleto, ma – rivendica la premier Giorgia Meloni – “un elemento condiviso da tutte le forze politiche, incluse quelle che in passato lo ritenevano quasi un’infamia”. La presidente del Consiglio parla di “nazione” e di “patria” in un videomessaggio inviato a un convegno nella biblioteca del Senato: “Considerate idee reazionarie e marginalizzate per decenni, oggi discutere di patria e nazione è centrale nel dibattito politico”, insiste Meloni. Critiche arrivano dall’opposizione: “Il governo si concentri sul Pnrr – dice il responsabile economico del Pd Antonio Misiani – rischia di perdere soldi e credibilità”.
Ci sono 9 mila detenuti in più rispetto alla capienza effettiva delle carceri. Nel suo XIX rapporto sulla detenzione, intitolato “E’ vietata la tortura”, l’associazione Antigone richiama l’attenzione sul sovraffollamento “crescente” dei penitenziari, il cui tasso medio effettivo è del 119%, il che significa che per circa il 20% dei detenuti vi è una sistemazione precaria. I numeri peggiori in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia. Insomma, i tre metri quadrati per detenuto non sono garantiti, spesso il riscaldamento non funziona e solo una cella su due ha l’acqua calda. I detenuti, ricorda il rapporto Antigone, sono in maggioranza italiani, over 50 e condannati per reati contro il patrimonio.
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