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Sifo: Dm 77 e prossimità, farmacista ospedaliero connettore di bisogni e setting

Sifo da Bologna lancia la necessità di una ridefinizione della logistica territoriale, per arrivare al paziente che "ritira il farmaco con un QR code presso il centro più vicino a lui"

Pubblicato:29-10-2022 19:02
Ultimo aggiornamento:29-10-2022 19:02
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congresso sifo 2022
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di Walter Gatti e Carlotta Di Santo

BOLOGNA – Il DM77- decreto su cui tutta la politica sanitaria nazionale sta concentrando la sua attenzione- intende ridisegnare il modello complessivo di assistenza territoriale, con una visione complessiva che rinnova i servizi e l’organizzazione in una logica di reale vicinanza al paziente. In questo panorama (presentato dal Direttore generale dell’AGENAS, Domenico Mantoan all’interno del XLIII Congresso nazionale della SIFO) Arturo Cavaliere (presidente SIFO), ha proposto la visione progettuale della Società scientifica che si basa su una proposta ben definita: il farmacista ospedaliero è il connettore dei vari setting e delle varie professionalità coinvolte nella riforma territoriale. All’interno della nuova visione territoriale dell’assistenza sanitaria, basata su “sicurezza e prossimità della gestione, il farmacista ospedaliero- dice Cavaliere- può e deve far parte della cabina di regia della Centrale Organizzativa Territoriale, assumendosi la responsabilità di essere trait d’union tra ospedali e servizi territoriali, assicurando la governance dei dati sanitari e degli outcome clinici”.

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Nella visione della SIFO oggi c’è la necessità di ridefinizione della logistica territoriale, con un magazzino centralizzato altamente informatizzato ed automatizzato, che possa tracciare l’intero processo distributivo in grado di coprire tutti i punti di consegna, grazie ad una rete di centri di responsabilità aziendale che assicurino copertura anche di territori rurali o morfologicamente difficili.

“Il modello in cui crediamo è pertanto quello che vede la distribuzione qualificata presso tutti gli ambiti di assistenza sanitaria, presso cui sarà naturalmente necessaria una specifica dotazione tecnologica. La distribuzione diretta sarà così assicurata sette giorni su sette negli ospedali di comunità e nelle case di comunità, con il paziente che potrà ritirare il suo farmaco con un QR code presso il centro più vicino a lui. Ed inoltre, sviluppando sistemi di telemedicina, teleassistenza e teleconsulto, nella stessa location il cittadino avrà sempre a disposizione un farmacista in remoto in funzione di counseling e di segnalazione di reazioni avverse”.

Ma c’è un “ultimo miglio”: per raggiungere il paziente a domicilio- come indicato dal DM77 che parla di casa come primo luogo di cura- SIFO ha messo a punto il Progetto Home Delivery, che garantisce il massimo dei servizi con un’attenzione particolare ai più fragili.

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Il nuovo modello distributivo home delivery ha una caratteristica specifica”, ha affermato Arturo Cavaliere, “è un progetto di alta sensibilità sociale, che viene incontro alle persone fragili e sole, che hanno difficoltà a recarsi presso le strutture ospedaliere per il ritiro di farmaci ad utilizzo continuativo e cronico, un modello che si integra in modo coerente e strutturale con la necessità di potenziare l’Assistenza domiciliare integrata”.

Il processo di Home Delivery sarà quindi gestito dal farmacista ospedaliero del centro prescrittore, in collaborazione con il clinico specialista, sempre in rete con le COT e le COA grazie ad una piattaforma di logistica certificata sviluppata da SIFO, che utilizza un repository centrale e che permette la creazione del database unico nazionale, bidirezionale ed interoperabile. Il servizio si integra poi con un’App che permette la gestione costante del paziente e gode del supporto di servizi di telemonitoraggio per verificare l’aderenza, le reazioni avverse ed eventuali resi di terapia.

“Non stiamo parlando di un progetto futuribile”, ha precisato Arturo Cavaliere, “ma di un Progetto pilota di 6 mesi che è già in fase di partenza, con 1200 pazienti già selezionati in Lazio, Veneto, Campania ed Abruzzo”. Concludendo, Cavaliere ha affermato che “con queste prospettive progettuali globali, abbiamo colto l’opportunità immensa offerta dal DM77 di rimodellare i setting, alla luce del PNRR e della digital trasformation, ridisegnando i servizi che dai centri di cura giungono fino al domicilio del paziente, ripensando alla connessione più funzionale dei vari punti distributivi. E’ un’opportunità che non intendiamo perdere e la proponiamo a tutti i decisori della politica sanitaria ed a chi dovrà realizzare sul territorio i valori espressi dal DM77”.

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