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Tg Ambiente, edizione del 29 settembre 2020

Nell'edizione di questa settimana si parla di aerei a idrogeno, incendi e maltempo

Pubblicato:29-09-2020 11:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58

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https://www.youtube.com/watch?v=nDpIYTb64v4&feature=youtu.be

– AIRBUS PUNTA A PRODURRE AEREI A IDROGENO PER 2035

Airbus punta a realizzare un aereo a idrogeno entro il 2035, una svolta per il trasporto aereo e le relative emissioni. Il gruppo aeronautico franco-tedesco ha svelato tre progetti per il primo aereo commerciale al mondo a emissioni zero. Nome in codice ‘ZEROe’, si basano sull’idrogeno come fonte di energia primaria, un’opzione che Airbus ritiene rappresenti “una promessa eccezionale come carburante pulito per l’aviazione”. I tre prototipi riguardano un modello transcontinentale, uno per il corto e uno per il medio raggio, da 100 a 200 passeggeri. Gli aeroporti richiederanno importanti infrastrutture di trasporto e rifornimento di idrogeno ma “è un momento storico per il settore dell’aviazione commerciale” e “intendiamo svolgere un ruolo di primo piano nella transizione più importante che questo settore abbia mai visto”, commenta Guillaume Faury, CEO di Airbus.

– COPERNICUS, FINO IN EUROPA FUMO INCENDI CALIFORNIA

Gli scienziati del servizio di monitoraggio atmosferico di Copernicus hanno scoperto che il fumo prodotto dai devastanti incendi in corso in California e in altre regioni degli Stati Uniti occidentali nelle ultime settimane si è spinto su vaste aree del Nord America e ha raggiunto anche il nostro continente. Gli incendi sono significativamente più intensi della media 2003-2019 e l’enorme quantità di fumo che hanno prodotto ha viaggiato fino a 8mila chilometri di distanza raggiungendo il Nord Europa. “La portata e l’entità di questi incendi sono a un livello molto più alto che in uno qualsiasi dei 18 anni coperti dai nostri dati di monitoraggio, dal 2003”, dice Mark Parrington, capo scienziato del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, esperto di incendi.


– CLIMA, CAMPI SOTT’ACQUA, 9 COMUNI SU 1O A RISCHIO

Aziende agricole travolte da acqua e fango nell’agro nocerino sarnese, dove il maltempo ha sradicato piante, divelto serre e distrutto le produzioni in campo da Pagani a San Marzano, da Scafati a Sarno. Così il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima perturbazione di settembre che ha colpito duramente un territorio fragile con frane e smottamenti. I cambiamenti climatici hanno fatto esplodere il pericolo idrogeologico su un territorio indebolito dalla cementificazione e dall’abbandono – sottolinea la Coldiretti – con il risultato che sono saliti a 7.252 i comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni, ovvero 9 su 10. Una situazione aggravata dal fatto che negli ultimi 25 anni si è perso in Italia oltre un quarto della superficie agricola utilizzabile in Italia, ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, a favore di asfalto e cemento

– UE. SPIAGGIA PULITA? MASSIMO 20 RIFIUTI SU 100 MT

Meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa per poter considerare una spiaggia in buono stato ambientale. E’ la soglia di riferimento e l’obiettivo stabilito a livello europeo dalla Commissione europea per definire una spiaggia pulita. Un traguardo ambizioso in particolare per i Paesi euro-mediterranei, segnala l’Ispra, visto che in Italia i valori mediani parlano di 559 oggetti ogni 100 metri nel Mar Adriatico, 421 oggetti ogni 100 metri nel Mediterraneo occidentale e 271 oggetti ogni 100 metri nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale. Insomma, i rifiuti sono fino a 30 volte in più rispetto al valore di soglia europeo, che è sufficientemente precauzionale, spiegano i ricercatori, e anche un traguardo difficile ma non impossibile da raggiungere con l’adozione di misure sostanziali e prolungate.

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