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ROMA – Tutti contro la Var. In Italia restiamo sul piano della polemica domenicale, in Svezia non hanno mai nemmeno voluta introdurla, e in Inghilterra… beh: in Inghilterra ora andranno al voto per eliminarla. C’è aria di restaurazione arbitrale, in Premier League. I club di Premier decideranno se abolire o meno la Var durante l’assemblea del mese prossimo. È stato il Wolverhampton a mettere a verbale la richiesta presentando formalmente la risoluzione che porterà ad una votazione le venti società quando si incontreranno ad Harrogate, il 6 giugno.
Introdotta “in buona fede” nel 2019, secondo molti non ha fatto altro acuire il problema arbitrale avvelenando il contesto già malmesso. “Il prezzo che stiamo pagando per un piccolo aumento della precisione è in contrasto con lo spirito del nostro gioco“, si legge in una nota dei Wolves. La Premier League ha affermato di “riconoscere le preoccupazioni” ma di “supportare pienamente” la tecnologia e continuerà a lavorare con l’organismo arbitri Pgmol (Professional Game Match Officials Board) per apportare miglioramenti.
La stampa però avverte: indietro non si torna, ormai. Sarebbe una follia. “Sarebbe assurdo – scrive il Telegraph – Sono stati investiti troppi soldi e troppo tempo per perfezionare un sistema che se rimosso da un giorno all’altro, li riporterebbe semplicemente al punto in cui si trovavano prima”. O peggio, perché per il quotidiano inglese il problema non è tanto la Var ma la diffusione dei replay televisivi. “Gli arbitri hanno sempre commesso degli errori. Piuttosto, il problema è che la copertura televisiva onnicomprensiva, con il suo HD super slow-motion che ripropone ogni incidente controverso, permette che tutti quegli errori possono essere guardati in pochi secondi da un pubblico globale con dettagli estremamente nitidi. Prima del Var, l’unico uomo che era o non era a conoscenza di quell’errore era l’arbitro“. Anche senza Var le cose non cambierebbero. “Le partite verrebbero comunque giudicate in televisione, ma da esperti che non possono correggere gli errori in campo“.
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