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Petrelli: “A Pescara 84% casi variante inglese, rispettare regole per salvare estate”

Il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Pescara Ivo Petrelli (Forza Italia) riporta quanto riferito da Paolo Fazii, responsabile del Laboratorio di Analisi e microbiologia dell'ospedale civile

Pubblicato:29-03-2021 15:47
Ultimo aggiornamento:29-03-2021 15:49

tamponi covid
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PESCARA – “L’emergenza da Covid-19 non è finita: oggi continua a predominare la variante inglese del virus, che rappresenta l’84% dei ‘casi’ totali, e ha un indice di contagiosità del 70% superiore rispetto alla forma originaria. Questo significa che, se vogliamo salvare l’estate e almeno la stagione balneare, dovremo essere rigorosi nei mesi di aprile e maggio, continuando a osservare le regole minime, come il distanziamento sociale di almeno 2 metri e l’uso costante delle mascherine, anche se si è stati vaccinati. Solo in questo modo potremo pensare di tornare al mare, in spiaggia e anche di riaprire stadi e palestre”. È quanto scrive in una nota il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Pescara Ivo Petrelli (Forza Italia) riportando quanto riferito nel corso della stessa da Paolo Fazii, responsabile del Laboratorio di Analisi e microbiologia dell’ospedale civile di Pescara. Una seduta convocata, spiega Petrelli, alla luce dell’abbassamento dell’indice di contagio in città e quindi per fare il punto sulla situazione in vista delle festività pasquali che, sottolinea, “potrebbero indurre le famiglie e gli amici a una maggiore vicinanza fisica. Ma le indicazioni ricevute dal virologo Fazii sono state di tutt’altro avviso, ovvero: il coronavirus c’è, continua a serpeggiare attorno a noi, tra le persone, nell’ambiente e continuerà a farlo anche con l’arrivo della bella stagione, dunque l’estate e il caldo non uccideranno il virus, piuttosto il soleggiamento può favorire una riduzione della carica e della contagiosità del Covid, grazie anche all’innalzamento della barriera immunitaria di ciascun individuo, barriera che si abbassa con il freddo invernale, ma proprio come accade con il virus della normale influenza, il coronavirus continuerà la sua trasmissione tra le persone – sottolinea il presidente della Commissione riferendo delle parole di Fazii -, con una inferiore capacità di infettare, ma permane, e se vogliamo evitare tra ottobre e novembre l’ennesima ondata, com’è accaduto lo scorso anno, dovremo essere più responsabili e consapevoli”.

“Lo stesso Fazii ha raccomandato anche agli eventuali vaccinati di continuare a osservare le regole igieniche ormai entrate nella nostra routine – sottolinea Petrelli -, a partire dall’uso della mascherina e dal mantenere i 2 metri di distanza dagli altri, perché il Covid-19 ha la capacità di penetrare nel corpo umano e di annidarsi nelle mucose nasali, dunque un vaccinato potrebbe essere un portatore di contagio senza saperlo non avendo sintomi. Attualmente, come ha ribadito il dottor Fazii, la variante inglese del virus è quella dominante, l’84 per cento dei casi complessivi, e purtroppo è anche quella che ha il 70% in più di contagiosità, e colpisce soprattutto i giovani, che comunque hanno un tipo di vita diverso. Nel mese di febbraio 2020 il laboratorio analisi dell’ospedale civile, il primo a fare la diagnostica Covid-19, aveva individuato zero casi; nel solo mese di febbraio 2021 sono stati individuati 2.442 nuovi casi – aggiunge -, solo per dare un’idea, e comunque la situazione viene considerata ‘sotto controllo’. Da medico lo stesso Fazii ha anticipato che oggi per interrompere la circolazione del virus, va avviata proprio la vaccinazione dei giovani che sono il principale ricettacolo di contagio. Per la stessa ragione – spiega ancora- ha ribadito che, a giudizio della struttura tecnico-scientifica, le scuole dovevano essere chiuse prima e devono restare chiuse, continuando e potenziando la didattica a distanza, perché il problema non è semplicemente il ‘luogo’ scuola, ma sono i trasporti, ovvero le modalità utilizzate per raggiungere le aule, e il carattere dei ragazzi che spesso sono trasgressivi per natura, e quindi non amano usare una mascherina per ore quando sono in compagnia degli amici”. “Al contrario, è possibile cominciare a pensare a una riapertura in sicurezza per palestre, stadi e impianti sportivi, specie le strutture all’aperto, e dove comunque è possibile oggi contingentare gli ingressi e sono stati installati tutte le strutture utili a garantire la sanificazione e l’igiene degli utenti – sottolinea il presidente della Commissione Ambiente. In altre parole, per salvare la stagione estiva ormai alle porte occorreranno due mesi di rigore, consapevoli che comunque il soleggiamento favorirà una riduzione della carica virale anche nell’ambiente, due mesi in cui sarà fondamentale anche la campagna vaccinale che va sostenuta, perché oggi è molto più rischioso ammalarsi di Covid che ipotizzare una reazione avversa al vaccino stesso, anzi già oggi senza i vaccini già somministrati sicuramente, secondo la Asl, avremmo avuto un ulteriore aumento dei casi. Ma soprattutto – conclude Petrelli – anche quando andremo al mare, comunque dovremo indossare la mascherina condividendo gli spazi con estranei e dovremo mantenere le distanze”.


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