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Tg Ambiente, edizione del 28 novembre 2023

Si parla di veicoli pesanti, biometano, congresso del Club alpino italiano

Pubblicato:28-11-2023 14:18
Ultimo aggiornamento:28-11-2023 14:18
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IL PARLAMENTO EUROPEO VUOLE NUOVI LIMITI ALLE EMISSIONI DI CO2 PER I VEICOLI PESANTI

Il Parlamento europeo è pronto ad avviare i negoziati con i Paesi dell’Ue per introdurre nuovi limiti per la riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti di nuova produzione, come autocarri medi e pesanti o gli autobus. Gli obiettivi proposti consistono in una riduzione del 45% delle emissioni per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040. Inoltre, concordando con la proposta della Commissione europea, la trattativa con i vari Stati membri riguarderà anche l’immatricolazione solo di nuovi autobus urbani a zero emissioni a partire dal 2030, con una esenzione temporanea (fino al 2035) per gli autobus urbani alimentati a biometano, almeno in determinate condizioni.

MASE-GSE: AMMESSI A FINANZIAMENTO 51 PROGETTI PER IMPIANTI DI BIOMETANO

Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e il Gestore servizi energetici (Gse) hanno fatto conoscere l’esito della seconda procedura competitiva sulla misura del Pnrr dedicata allo sviluppo del biometano: sono 51 i progetti di impianti di produzione, nuovi o riconvertiti, ammessi a finanziamento, per una capacità produttiva totale pari a 25.881 standard metri cubi orari. Contando anche la prima procedura sono 86 le progettualità legate allo sviluppo del biometano, secondo criteri per la promozione dell’economia circolare, che saranno realizzate attraverso il Pnrr. L’apertura della terza procedura competitiva è prevista per il prossimo 22 dicembre: in questa occasione verranno anche aggiornati i valori delle tariffe di riferimento, secondo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, in coerenza con l’inflazione media cumulata dal novembre 2021 a oggi.

101MO CONGRESSO CAI: SOSTENIBILITA’, CLIMA E DIRITTI

“Noi alpinisti che frequentiamo la montagna ci rendiamo conto di essere dentro una una cattedrale che sta cadendo a pezzi, ma mi chiedo e vi chiedo se noi alpinisti stiamo facendo abbastanza per far capire alla cittadinanza cosa sta accadendo”. Antonio Montani, presidente generale del Cai, ha aperto così i lavori del 101esimo Congresso Nazionale del Club Alpino Italiano. Un importante momento di confronto per la prima associazione nata dopo l’unità d’Italia, che a 160 anni di storia dalla fondazione, e a 150 anni da quella della sezione di Roma, conta oltre 346mila soci, uno su 5 sotto i 30 anni a testimoniare come i giovani amino le alte terre. Il congresso del Cai, incentrato sulla montagna nell’era del cambiamento climatico, ha rappresentato un appuntamento importante suggellato dai messaggi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dei ministri del Turismo Daniela Santanchè e dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Due giornate di lavori per un congresso che ha puntato su proposte concrete e guardando al futuro, unendo mondo scientifico, associazionistico e politica per garantire un futuro alla montagna al tempo del cambiamento climatico, con concretezza e una chiara direzione.


RIFIUTI. RETE ONU, RICONOSCERE RUOLO ‘WASTE PICKERS’

A Nairobi si è svolto il 3° incontro del Comitato Negoziale Intergovernativo (Inc-3) per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica anche nell’ambiente marino (Inc-3). All’evento è stata presente tra i gruppi di advocacy anche l’Alleanza Internazionale dei Waste Pickers a rappresentare i 20 milioni di operatori informali e vulnerabili che partecipano alla gestione dei rifiuti. I loro esponenti sono venuti da tutti i continenti, per l’Europa era presente l’italiana di Rete Onu – Rete Nazionale Operatori dell’Usato. La proposta principale della delegazione è stata quella di inserire il termine ‘waste pickers’ nel testo del Trattato, in riconoscimento della grande importanza del fenomeno. Oggi nel mondo il settore informale rappresenta circa l’85% dei lavoratori partecipanti alle filiere del recupero dei rifiuti.

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