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La Cgil di Torino difende il reddito di cittadinanza: “Nessuno cerca la povertà”

In Comune per i cento anni dalla strage fascista di Torino, la segretaria Valfrè ha allargato all'attualità il discorso sulla violenza

Pubblicato:28-11-2022 15:37
Ultimo aggiornamento:28-11-2022 17:36

Comune Torino
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Dalla memoria delle stragi fasciste alla difesa del reddito di cittadinanza. La segretaria della Cgil torinese Enrica Valfrè ha collegato i due temi, apparentemente lontani. Oggi in Comune per presentare le iniziative per i 100 anni della strage di Torino, la sindacalista ha parlato di derive pericolose nel concetto di lotta ai percettori, quasi come se la povertà sia una colpa, oppure qualcosa di ‘voluto’. Valfrè ha spostato il discorso dalla ferocia fascista alla violenza in generale, che “forse, in modi diversi, si ripropone ancora oggi”, ha spiegato ricollegando la strage che fece 11 vittime tra il 18 e il 20 dicembre del 1922 all’attualità, partendo dall’assalto alla Cgil di Roma dello scorso autunno, ma ricordando anche i tanti episodi di scritte e atti vandalici contro le sedi del sindacato. Una violenza che “di sottofondo continuiamo a vedere”, ha proseguito Valfrè: sul lavoro “dove si muore”, contro i precari, contro le donne e contro i più poveri, in “una società dove si parla di misure come il reddito di cittadinanza, delle misure di contrasto alla povertà come se fossero dei favori a coloro che la povertà se la sono cercata”.

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