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BOLOGNA – Se entro giovedì “non verrà aperto un tavolo di contrattazione sulla mensa universitaria, verremo qui a riprendercela, e se la militarizzazione continua, siamo pronti a un presidio permanente“. Dopo quattro giorni di proteste contro il caro-mensa, il Collettivo universitario autonomo (Cua) di Bologna promette ancora battaglia, annunciando che potrebbe tentare di occupare la struttura di piazza Puntoni. Anche oggi il collettivo ha manifestato, dando vita a un ‘pranzo sociale‘ proprio davanti alla mensa. Questa volta, fortunatamente, la protesta non è stata caratterizzata da scontri con le Forze dell’ordine, comunque schierate in piazza Puntoni. Parlando con i cronisti, gli esponenti del collettivo ricordano che “la vertenza sulla mensa dura da due anni, e noi continuiamo a chiedere che i prezzi siano adeguati alla media nazionale di tre euro. Purtroppo dall’altra parte troviamo un muro, come dimostra la militarizzazione di questi giorni in questa parte della zona universitaria”.
Per gli studenti del Cua “è allucinante che si risponda così, sperperando soldi pubblici per questo spiegamento di forze, alla richiesta di un tavolo”. Ecco perché, aggiungono, “giovedì saremo di nuovo qui, dopo aver ‘sanzionato’, oggi, la mensa di via Zanolini, aperta due anni fa e sbandierata come la risposta al problema della mensa, con la promessa di 500 pasti al giorno e tanta retorica sullo ‘smart food’, che si traduce in due tranci di pizza e una bibita a 4,20 euro“. Il collettivo dice la sua anche sulla richiesta avanzata all’Ateneo dagli studenti di destra di Azione universitaria, che chiedono di togliere lo spazio assegnato di recente al Cua. “Se l’Università vuole toglierci lo spazio- dicono- lo faccia, poi vedremo come va a finire, ma noi siamo sereni, perché quello spazio lo abbiamo conquistato con 10 anni di lotte“.
di Andrea Mari, giornalista professionista
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