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Csm, Palamara si difende: “Mai barattato la mia funzione con le nomine”

"Non sono corrotto"

Pubblicato:28-09-2020 12:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57

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ROMA – “Non ho mai barattato la mia funzione e mai barattato la nomina del procuratore di Roma per fare un favore a Luca Lotti. Io passare per un corrotto, traffichino, davanti a voi non ci sto. Sulla base di questa accusa sono stato sottoposto” all’intercettazione con “trojan rispetto a una accusa che e’ caduta”. Al Csm e’ il giorno di Luca Palamara. Cosi’ si difende davanti alla sezione disciplinare presieduta da Fulvio Gigliotti convocata per quello che tecnicamente si chiama ‘esame dell’incolpato’. Palamara ha risposto alle domande dell’accusa, ossia la Procura generale della Cassazione. Ma si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere alle domande sull’intercettazione del 9 maggio 2019, data dell’ormai famosa riunione notturna all’hotel Champagne. Palamara ha spiegato che rispondera’ a domande derivanti da dell’intercettazione se il CSM decidera’ di renderle utilizzabili.

PALAMARA: “LOTTI ESTRANEO ALLA NOMINA DELLA PROCURA DI ROMA”

Luca Lotti “non c’entra nulla con presunti accordi per il procuratore Roma. Lotti e’ assolutamente estraneo”, dichiara Luca Palamara rispondendo davanti alla sezione disciplinare del Csm alle domande della Procura generale della Cassazione. Durante l’esame davanti alla sezione disciplinare del Csm, Luca Palamara spiega che alle domande che riguardano le intercettazioni del 9 maggio 2019 rispondera’ quando il Csm decidera’ se renderle utilizzabili. Quando gli viene chiesto perche’ Lotti fosse li’ quella sera, lui spiega: “Il 9 maggio era una di quelle riunioni che solitamente facevamo ogni settimana tra il martedi’ e il giovedi dal settembre 2018 al maggio 2019. Eravamo soliti vederci a cena o dopocena. Quella giorno, tra l’8 e il 9 maggio, a Lotti dissi ‘se vuoi raggiungerci siamo li”” all’hotel Champagne.

Ma il motivo dell’invito? “Eravamo soliti vederci- risponde Palamara- Non c’era nessun motivo particolare, ne’ sulla nomina della procura di Roma. Espressamente gli ho solo detto ‘ci vediamo dopo’. Non c’era nessuna riunione fissata per discutere della procura Roma”. Poi aggiunge: “La partecipazione di Lotti” alle riunioni settimanali tra il martedi’ e il giovedi’ “non era sistematica come quella degli altri consiglieri” del Csm. E quando gli viene chiesto come mai pero’ Lotti fosse a conoscenza dei numeri per Viola alla Procura di Roma da considerare nel Plenum Csm, Palamara non risponde.


PALAMARA: “CON LOTTI FREQUENTAZIONE RAFFORZATA SU NOMINA ERMINI”

“Con Lotti c’e’ stato un rapporto di frequentazione che ho continuato. In occasione della nomina dell’attuale vice presidente del Csm si e’ incrementata la frequentazione con Lotti e Ferri”. Luca Palamara ricostruisce cosi’ i suoi rapporti con Luca Lotti alla luce dell’incontro nella notte del 9 maggio 2019 all’hotel Champagne.  Quando gli viene chiesto se sapesse che all’epoca Lotti era gia’ stato rinviato a giudizio, quindi imputato nel processo Consip, presso la Procura di Roma, Palamara risponde: “La risposta e’ si’ lo sapevo. Dal punto di vista dell’opportunita’” di frequentare Lotti in quel periodo “oggi sicuramente farei una valutazione diversa. Io quando sono tornato a Roma nel gennaio 2019 ne discussi con Pignatone. Ero in un zona di limbo. Chiesi a Pignatone di mettermi nel gruppo Antiterrorismo e non avere a che fare con reati relativo alla Pubblica amministrazione”. Tornando ai rapporti con Lotti, Palamara ribadisce: “La frequentazione piu’ intensa e piu’ assidua c’e’ stata in occasione della nomina del Vice presidente” David Ermini “ed e’ continuata dopo. E questa e’ stata una delle cause che mi ha portato a non focalizzare nella giusta maniera i rapporti con Lotti. Con lui il rapporto inizia nel 2014 quando ero consigliere del Csm e Legnini era vice presidente. Negli incontri con Lotti parlavano spesso di questioni di giustizia. Poi anche lo sport ci uni’ ulteriormente”. L’ex presidente dell’Anm ha concluso: “Non avrei mai frequentato Lotti per mettermi in contrasto con i miei colleghi della procura di Roma, tanto meno con Paolo Ielo di cui ho sempre avuto stima”

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