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VIDEO | Uganda, Afron: “Nei 2 anni del Covid nessun bimbo ha abbandonato le cure contro il cancro”

Una missione intensa e piena di emozioni che ha visto l’associazione prendere parte al 14° congresso della International Society of Pediatric Oncology nella capitale Kampala

Pubblicato:28-03-2022 12:00
Ultimo aggiornamento:28-03-2022 12:50
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ROMA – Sono i giorni conclusivi della missione che ha visto l’associazione Afron tornare sul campo in Uganda dopo quasi due anni. “La bellissima sensazione è che nel Paese poco si sia fermato. Il Covid ha creato meno impatto nella vita delle persone, qui sono abituati a combattere con le malattie infettive”. E’ Titti Andriani, presidente di Afron, intervistata dall’agenzia Dire, a fare il punto al termine di una missione intensa e piena di emozioni che ha visto l’associazione prendere parte al 14° congresso della International Society of Pediatric Oncology nella capitale Kampala con un risultato importante: “Nessun bambino – dei piccoli pazienti seguiti da Afron con il progetto Able Plus – ha abbandonato le cure negli ultimi due anni. Tutti sono tornati in ospedale per completarle e questo vuol dire guarigione”, ha detto la presidente. Un risultato tanto più decisivo in un Paese in cui l’abbandono “è tra il 30 e il 40 per cento”, un fenomeno che è stato acuito dalla crisi dell’emergenza sanitaria che si è fatta sentire, in questo caso molto, nell’aumento della benzina e quindi nella maggiore difficoltà dei trasporti per spostarsi dal villaggio all’ospedale.
In una Uganda che negli ultimi mesi ha conosciuto pagine di cronaca difficili con gli attentati di Kampala e le tensioni per le recenti elezioni presidenziali, Afron ha ripreso tutti i suoi programmi in una “missione di assessment” che guarda già al futuro.

“Non potevamo mancare al congresso- ha detto la presidente Andriani- eravamo nel comitato organizzatore di una sezione dedicata alla ‘società civile’, abbiamo portato i nostri risultati, tre presentazioni e avevamo un nostro stand”.
Poi la seconda tappa al Lacor Hospital, luogo simbolo per gli ugandesi della lotta all’ebola, dove Afron ha il progetto Able Plus dei piccoli bambini che curano il linfoma di Burkitt: “Abbiamo organizzato una grande festa con i bambini, sia oncologici che altri pazienti, e i loro genitori”. Tema Tom e Jerry e balli e canti che sono andati avanti per giorni. “Coinvolti anche gli studenti delle scuole secondarie che sono nel progetto 3C – Children Caring about Cancer – che realizziamo con l’ 8 x mille della Chiesa valdese”, ha spiegato la presidente di Afron, ricordando che la formazione ha riguardato finora “un milione di studenti che ora danno quella di base oncologica agli altri, ai più piccoli”. Presente alla grande festa del Lacor anche l’ambasciatore italiano in Uganda, Massimiliano Mazzanti.

E a poche ore dal volo che la riporterà in Italia si torna a casa con una storia simbolo. Quella di Agnes, sopravvissuta al cancro e diventata, grazie alla formazione di Afron con il progetto ‘I’ll survive, we’ll survive’, cancer counselor per altre donne. Con i corsi Iga (Income Generating Activities) ha messo su una piccola impresa che le permette di sostenere la sua famiglia e i suoi nove figli. “Ora sta pensando al logo”, ha raccontato Andriani. Sono corsi con sui si può costruire lavoro e autosostentamento, “fare sapone, diventare parrucchieri, realizzare ciabattine” tra le attività che si rivolgono sia ai care giver, ad esempio ai genitori dei bambini ricoverati, che alle donne sopravvissute al tumore. “Acquisteremo da Agnes il sapone che metteremo nei kit di dimissione dei piccoli pazienti oncologici, sosteremo sia lei che i bambini”, ha spiegato la presidente sottolineando così quali e quanti siano gli aspetti sociali che si legano alla malattia oncologica.
Alla fine dell’intervista il pensiero corre ad Aber, un’altra donna che come Agnes era diventata counselor con le Uwocaso (Ugandan Women Cancer Support Organisation) dopo il tumore che l’aveva colpita e che la Dire aveva intervistato nel 2019 durante una missione. Una violenta recidiva se l’è portata via per sempre pochi giorni fa. “Suo figlio l’ha accudita fino alla fine”, ha detto Titti con emozione, ma il dolore per questa perdita trova come spesso insegnano queste terre a noi lontane uno strano equilibrio con le sorti dei tanti bimbi portati in salvo, dei tanti che riescono a curarsi, delle donne che possono fare prevenzione. Si tornerà sul campo dopo l’estate, ha anticipato la presidente di Afron, questa volta anche in bicicletta, con “una pedalata di beneficenza e sensibilizzazione” che portera’ i volontari nei villaggi del sud dell’Uganda.


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