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In una scuola di Rozzano ‘cancellato’ il Natale: via i crocefissi e niente festa

Il dirigente scolastico reggente Marco Parma ha deciso di cancellare il Concerto di Natale e di rimuovere i crocifissi dalle aule. Una doppia scelta che ha provocato la reazione indignata dei genitori degli studenti

Pubblicato:27-11-2015 12:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:38

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ROMA – Manca meno di un mese al Natale, i negozi cominciano ad addobbare le vetrine, le strade iniziano ad essere illuminate a festa. Ma a Rozzano, nel Milanese, all’Istituto comprensivo Garofani (che ingloba scuole dell’infanzia, primaria e secondaria) tutto questo rischia di passare in secondo piano.

crocifisso

Come racconta il quotidiano ‘Il Giorno’, infatti, il dirigente scolastico reggente Marco Parma ha deciso di cancellare il Concerto di Natale e di rimuovere i crocifissi dalle aule. Una doppia scelta che ha provocato la reazione indignata dei genitori degli studenti, motivata dalla volontà di applicare, scrive il Giorno, “una linea rigorosamente improntata alla laicità in occasione dei festeggiamenti natalizi che cadono dopo la strage terroristica di Parigi”.


La ‘Festa musicale di Natale’ – appuntamento che negli ultimi anni si è tenuto al Teatro Fellini di Rozzano, fatto di canti e cori, natalizi e non, e frutto del lavoro dei bambini – è stata rinviata a gennaio e tramutata in ‘Festa d’Inverno’. E ad alcuni genitori, che oltre a canzoni come ‘Jingle Bells’, hanno chiesto di inserirne con caratteristiche più religiose ‘Tu scendi dalle stelle’, il preside Parma – già candidato sindaco per una lista civica e per il M5S – ha replicato con un secco ‘no’. Secondo il Giorno “in nome della laicità della scuola pubblica”. Perché lo spostamento della festa? La vicepreside Ornella Godi ha così replicato: “Per evitare strumentalizzazioni. Il programma del saggio quest’anno è basato sulle filastrocche di Gianni Rodari e sulle canzoni di Sergio Endrigo. Niente ‘Tu scendi dalle stelle’ ma nemmeno ‘Jingle Bells'”. Inatanto, alcuni genitori avrebbero già palesato l’intenzione di boicottare la festa. Altro capitolo è quello dei crocifissi rimossi. Parma sostiene che “i crocifissi non ci sono da tempo, un paio di genitori ha proposto di metterli nelle aule e il Consiglio di Istituto a giugno ha respinto la proposta”. La vicepreside, invece, spiega “che in due aule i crocifissi c’erano e nelle altre no. La decisione del Consiglio di Istituto è stata quella di uniformare e togliere i crocifissi che c’erano”.

IL PARROCO DI ROZZANO: INFANTILE ABOLIRE FESTA NATALE PER NON OFFENDERE – Poca comprensione per una decisione “frutto di una lettura ideologica”. Don Carlo è il parroco della Parrocchia di S. Ambrogio, a Rozzano Vecchio. Proprio la cittadina in provincia di Milano in queste ore ha meritato gli onori della cronaca per la scelta di Marco Parma, dirigente scolastico reggente dell’Istituto comprensivo Garofani, di cancellare il Concerto di Natale e di rimuovere i crocifissi dalle aule. Don Carlo, interpellato dall’agenzia DIRE, sottolineando che di Gesù e Maria nel Corano “non se ne parla in termini aggressivi”, ha spiegato di non comprendere la scelta frutto di poca informazione. E di nutrire “anche perplessità di metodo e pedagogiche, soprattutto se in un contesto come quello di oggi si rinuncia a un confronto. Mi sembra – continua – un segno dei tempi molto negativo. Mi sarebbe piaciuto affrontare la questione, confrontare i diversi punti di vista sulla festa del Natale”. Secondo Don Carlo “ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare loro a pensare e a riflettere e non semplificare in nome di non so che cosa. Mi parli di laicità? Ma in che termini? Come fai a capire se semplifichi?”. Meglio, a proposito dell’iniziativa doppia del dirigente, “parlarne prima. Ne parliamo prima, convochi le parti che potrebbero essere interessate e dici ‘Lo faccio perché mi sembra intelligente’ e ne parliamo. Così facendo fai invece capire che non interessano le reazioni, ma speri che qualcuno se ne accorga”.

Invece, sarebbe meglio, ribadisce il parroco, “che parlassimo insieme di cosa vuol dire in Italia parlare del Natale. Ricordo di aver sentito una volta una testimonianza di una persona cresciuta in Nordafrica per il lavoro dei genitori, cresciuta in quartiere dove c’erano cristiani, europei, ebrei e musulmani e che si raccontavano l’uno le feste dell’altro”. Tra le motivazioni della scelta della dirigenza dell’istituto comprensivo, il rischio che qualche genitore di religione musulmana potesse essere in imbarazzo nel far partecipare i propri figli a una festa con canti religiosi di stampo cristiano e cattolico: “Non fare una festa perché qualcuno potrebbe offendersi è infantile. Da adulto direi, parliamone”. Non si può sottrarsi e sottrarre “chi è giovane alla possibilità di capire. Meglio una complessità che aiuta a crescere invece di una logica che semplifica un problema complesso. I giovani non li stiamo aiutando. Almeno creiamo un contesto di dibattito per capire ragioni dell’altro”. Don Carlo si dice “triste per le occasioni perse per aiutare i piccoli a crescere. Soprattutto in un momento in cui ci si chiede di imparare a dialogare. Se cercherò di contattare il dirigente? Non so se gli interessa il confronto”.

MALPEZZI: VIA I SIMBOLI? ANALFABETISMO CULTURALE – “Togliere dalle scuole i simboli della nostra tradizione crea le condizioni per l’analfabetismo culturale”. Simona Malpezzi, parlamentare del Pd, di professione insegnante di scuola secondaria superiore, non condivide le motivazioni della scelta del preside reggente dell’Istituto Garofani di Rozzano (Milano), Marco Parma (già candidato sindaco per una lista civica M5S), di cancellare la ‘Festa musicale di Natale’ e far togliere dalle aule scolastiche il crocefisso in nome della valore della laicità della scuola pubblica.  “Se è vera la notizia, e sarà mia premura verificarla- commenta Malpezzi interpellata dall’Agenzia Dire- quel dirigente scolastico sta sbagliando, perchè la laicità della scuola pubblica non si garantisce togliendo i simboli che al di là del fatto che siano religiosi, possono anche avere un valore culturale”. Questo comportamento, continua la deputata Pd milanese, che è componente della commissione Cultura e Istruzione, “non crea inclusione ma barriere. Quando noi alla Camera votiamo il testo sullo ‘ius soli’, inseriamo l’importanza anche dello ‘ius culturae’, dicendo che il senso di cittadinanza si ottiene quando si respira la cultura del Paese di cui si vuole diventare cittadini”. Che la decisione del preside dell’istituto scolastico di Rozzano “sia sbagliata lo dico da laica- continua Simona Malpezzi- E’ proprio il rispetto dei simboli che garantisce una maggiore laicità perchè i simboli portano alla conoscenza. Negare i cori natalizi sarebbe come negare la possibilità di dare ai bambini la conoscenza che esiste quella tradizione. A scuola non si insegna la fede ma si forniscono gli strumenti culturali, altrimenti noi trasformiamo i nostri ragazzi in analfabeti incapaci di leggere i simboli che li circondano”. Secondo Malpezzi, “è il pluralismo che garantisce la tolleranza, non è l’omologazione. Se un preside elimina ogni simbolo culturale, non garantisce nemmeno la valorizzazione delle differenze ed è quello che porta la tolleranza. Se un bambino musulmano si sente offeso, cosi’ come fanno i figli di famiglie laiche, sceglierà di non frequentare l’ora religione, altrimenti facciamo una guerra ai simboli”. Da professoressa, la parlamentare del Partito democratico, ci tiene a fare un esempio: “Come faccio io a spiegare a un ragazzo l’ultimo canto della Divina Commedia di Dante, il Paradiso, se quel ragazzo non ha cultura in materia di simboli. Come faccio a spiegargli ‘Vergine Madre, figlia del tuo figlio…’. Rischiamo di creare degli analfabeti culturali“.

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