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Pre-Summit Onu: per Sara Roversi (Ffi) serve un cambiamento culturale repentino

Sara Roversi, fondatrice del Ffi, punta sull'educazione dei più giovani: "La loro formazione è il primo passo per immaginare un cambio di paradigma"

Pubblicato:27-07-2021 20:17
Ultimo aggiornamento:27-07-2021 20:43

future food institute
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ROMA – È in corso il Pre summit Fao dedicato ai sistemi alimentari: qual è il futuro del cibo? Lo chiediamo a Sara Roversi, fondatrice del Future Food Institute. “Il pre vertice Fao ha acceso i riflettori sulla centralità dei sistemi agroalimentari nell’affrontare la crisi in atto e a far comprendere l’urgenza di agire. Per accelerare la transizione ecologica in modo concreto serve un repentino cambiamento culturale che passi necessariamente dall’educazione, la creazione di nuove competenze, l’allenamento al pensiero sistemico, e sviluppo di modelli di nuova cooperazione. Per invertire la rotta, dalla desertificazione alla rigenerazione, serve puntare su tre perni cruciali: ambiente, agricoltura, alimentazione e quindi su pratiche agricole rigenerative e porre un argine al fenomeno dei terreni agricoli dismessi. La dieta mediterranea è diventata per il nostro Paese un vero e proprio ‘soft power’, che parte dal locale per agire su scala globale, un modello per affrontare concretamente i prossimi anni, rispondendo alle sfide che gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030 e la nuova strategia Farm to Fork Europea per la riduzione degli impatti ambientali dell’agroalimentare ci pongono di fronte”, spiega Roversi.


-Il Ffi ha appena dato vita a Pollica – Capitale della dieta mediterranea – ad un hub internazionale dedicato all’ecologia integrale. Di cosa si tratta?


Pollica è un vero e proprio laboratorio di biodiversità a cielo aperto, capace di sprigionare una ricchezza naturale unica al mondo e al contempo è un’area a rischio desertificazione che ha bisogno di sostenere quella piccola agricoltura necessaria per proteggere le biodiversità. Il Paideia Campus di Pollica è un nuovo polo sperimentale internazionale dove è possibile ideare soluzioni concrete su gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dettati dall’agenda 2030 e prototipare soluzioni innovative per l’alimentazione, l’ambiente, la pesca e l’agricoltura sostenibile, il turismo slow, la valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico italiano ispirati al concetto di ecologia integrale di cui la dieta mediterranea è esempio concreto. Questo nuovo progetto è l’evoluzione naturale dei modelli educativi che il Future Food Institute ha portato avanti in questi ultimi otto anni e che consolida in questo luogo emblematico della dieta mediterranea grazie all’incontro con il Comune di Pollica e il Centro studi della dieta mediterranea ‘Angelo Vassallo’, e alla collaborazione con Fao”.


Climate Shapers ffi

Pollica è la culla della dieta mediterranea ma anche la casa dei Climate Shapers su cui il Ffi sta investendo molto in questi anni. Per Sara Roversi “i giovani non sono il futuro, bensì il presente. Siamo convinti che la loro formazione sia il primo passo per immaginare un cambio di paradigma. Con questo spirito è nato il Food & Climate Shapers Boot Camp, promosso dal Future Food Institute insieme alla FAO per formare i ‘Climate Shapers’, giovani capaci di progettare il futuro partendo dalla cura per l’ecosistema ed il territorio. Un training che, prendendo le mosse dagli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, vuole fornire alle nuove generazioni gli strumenti per costruire modelli di sviluppo sostenibile. L’appuntamento è per il 6 settembre nel Castello dei Principi Capano di Pollica dove per una settimana un gruppo di giovani provenienti da tutto il mondo, guidati da esperti internazionali affronteranno tematiche quanto mai attuali come i cambiamenti climatici, la sostenibilità, la perdita di biodiversità, lo spreco alimentare, la carenza di risorse idriche. Non mancheranno esperienze sul campo con visite in aziende che portano avanti il valore della dieta mediterranea ma anche esperienze di start-up che propongono soluzioni concrete per combattere a livello locale la crisi climatica”.

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