NEWS:

“L’Onu indaghi sui 100mila desaparecidos siriani”, l’appello delle famiglie

Associazioni e sopravvissuti chiedono all'Assemblea di votare sì il 29 giugno per la creazione di un'organismo d'inchiesta indipendente

Pubblicato:27-06-2023 19:52
Ultimo aggiornamento:27-06-2023 19:52

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Creare una nuova istituzione internazionale incaricata di indagare sulla scomparsa di 100mila siriani durante il conflitto armato a partire dal 2011: questa la richiesta presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite da un gruppo di sopravvissuti, familiari e associazioni parte della ‘Truth and Justice Charter’, una dichiarazione congiunta sulla questione delle sparizioni e delle detenzioni forzate nel Paese arabo. L’appello arriva a pochi giorni dal 29 giugno, giovedì prossimo, quando gli Stati membri dovranno votare una “storica risoluzione” – frutto di un lavoro iniziato due anni fa – che permetta di istituire tale organismo. Lo fa sapere in una nota The Syria Campaign riferendo che “la stragrande maggioranza” dei desaparecidos è “detenuta in condizioni orribili nelle carceri del regime di Assad e tagliata fuori da ogni contatto con il mondo esterno“.

LA CREAZIONE DI UN DATABSE CHE FACILITI I RITROVAMENTI

La proposta punta a creare “un’istituzione indipendente” che faccia luce sulle vittime di scomparsa forzata in Siria a partire da un database centralizzato che “raccolga le informazioni sulle persone scomparse”. Tale ente inoltre permetterà di “coordinare il lavoro con altri meccanismi esistenti per determinare il luogo in cui si trovano le persone scomparse e individuare e identificare i resti di chi ha perso la vita. Fornirebbe inoltre un sostegno vitale alle vittime, ai sopravvissuti e alle loro famiglie”.

A pochi giorni dal voto, la campagna siriana fa sapere che l’iniziativa ha ottenuto un “significativo sostegno globale, in particolare dopo che il rapporto dell’agosto 2022 del Segretario generale delle Nazioni Unite ha delineato un percorso chiaro per affrontare la questione”. Al contempo, i sopravvissuti e i familiari delle vittime lamentano un “processo di normalizzazione” nei rapporti col governo del presidente Bashar Al-Assad che, come “tutte le parti in conflitto in Siria”, ha a sua volta “fatto ricorso alla detenzione arbitraria e alla sparizione forzata per reprimere e far tacere gli oppositori”.


Leggi anche: Le sorelle di padre Dall’Oglio si oppongono all’archiviazione delle indagini

Siria, l’avvocato Al-Bunni: “A Coblenza solo il primo processo al regime”

LE FAMIGLIE: NO ALLA NORMALIZZAZIONE DEI CRIMINI DI ASSAD

Sempre di recente, scrive la Campagna per la Siria, “il ritorno di Assad nella Lega Araba e la sua riabilitazione sulla scena diplomatica” rende ancora più “cruciale” mantenere i riflettori accesi sui “crimini contro l’umanità” commessi in questi 12 anni, tra cui “le sparizioni forzate di massa”.
L’appello all’Assemblea dell’Onu quindi è “a inviare un messaggio chiaro al mondo: nonostante la tendenza alla normalizzazione, non verrà dimenticata la situazione delle decine di migliaia di persone che rimangono scomparse a causa del regime di Assad e di altri attori attivi nel conflitto. Una pace sostenibile in Siria non sarà possibile senza risolvere la questione delle persone scomparse”. Infine, “ci ridarebbe fiducia nella comunità internazionale e nelle Nazioni Unite e riaccenderebbe la speranza nei cuori di decine di migliaia di madri, padri, bambini e amici di coloro che sono scomparsi”.

Leggi anche: La denuncia: “Il governo siriano blocca gli aiuti umanitari per le popolazioni colpite dal sisma”
L’appello è stato presentato da dieci famiglie e nove associazioni di familiari degli scomparsi. Ha inoltre ricevuto il sostegno di oltre 100 organizzazioni della società civile siriana e internazionale.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it