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Cognome materno, D’Amico (Unimi): “Vera parità in famiglia, ora Parlamento intervenga”

"Finalmente cade il principio dell'attribuzione automatica del solo cognome paterno, come da diritto romano-patriarcale"

Pubblicato:27-04-2022 19:22
Ultimo aggiornamento:27-04-2022 19:31

neonato bambino pixabay
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ROMA – “Una sentenza bellissima e importantissima, una bella pagina per il principio di parità, che dà un segnale forte al Parlamento. Finalmente cade il principio dell’attribuzione automatica del solo cognome paterno, come da diritto romano-patriarcale, e si introduce il principio di una vera parità”. Marilisa D’Amico, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale e prorettrice con Delega alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti presso l’Università degli Studi di Milano, commenta così all’agenzia di stampa Dire la sentenza della Corte Costituzionale che ha definito illegittima l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli.

“Fino ad ora era possibile aggiungere il cognome materno a quello paterno, e molte giovani coppie lo stavano già facendo in Italia- spiega D’Amico- Ma adesso quello che cambia è l’impostazione: ora la regola generale è che ai figli sarà attribuito in automatico il cognome di entrambi i genitori: una famiglia fondata sulla parità”.

La docente sottolinea come la Corte sia andata oltre la questione posta dal giudice, che lamentava l’impossibilità di attribuire il solo cognome materno. “La Corte invece ha ribadito quanto già sancito dalla Costituzione: la parità tra uomo e donna all’interno del matrimonio, e impone che, in caso di mancato accordo tra i due genitori, sia automatica l’attribuzione del cognome di entrambi– aggiunge D’Amico- La prorettice non entra nel dettaglio della sentenza perché il testo non è ancora stato pubblicato, ma rileva che adesso “il Parlamento deve intervenire subito”.


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