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Proteste in Israele, Netanyahu apre all’ipotesi di stop della riforma della giustizia

Lo riferisce emittente di stato Kan, avanti scioperi e cortei

Pubblicato:27-03-2023 12:32
Ultimo aggiornamento:27-03-2023 19:27
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ROMA – Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha annunciato alla sua coalizione di governo l’intenzione di sospendere l’iter legislativo di una riforma del settore giudiziario contro cui si batte da settimane con manifestazioni e scioperi una larga fetta delle opposizioni e della società civile israeliana. A renderlo noto è l’emittente pubblica Kan, secondo cui sono in corso i colloqui coi ministri del governo e in particolare con il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, il quale insieme ad altri ha minacciato di far cadere il governo se tale riforma verrà sospesa, cedendo alle richieste della piazza.

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L’esecutivo è intanto sopravvissuto a un voto di sfiducia per sei voti, con 59 voti contrari e 53 favorevoli. In tutto il Paese si stanno verificando proteste contro la riforma voluta dal governo, mentre uno sciopero ha bloccato il principale aeroporto di Israele, lo scalo Ben Gurion della capitale Tel Aviv. Ad annunciare la mobilitazione è stato il presidente del principale sindacato dei lavoratori della struttura, Pinchas Idan, esponente del partito di governo Likud che ha esortato il premier a sospendere l’iter della riforma, come riferisce il quotidiano Haaretz. A incrociare le braccia nelle prossime ore potrebbero essere altre centinaia di migliaia di lavoratori, anche di settori chiave come la sanità: Bar David, presidente della principale sigla sindacale del Paese, l’Histadrut, ha infatti reso noto che l’organizzazione che presiede convocherà uno “storico” sciopero generale qualora Netanyahu non fermi la riforma. Al momento il dirigente non ha ancora commentato l’annuncio del capo del governo, che dovrebbe parlare alla Nazione sempre entro la giornata di oggi. 


 A detta dei detrattori del piano dell’esecutivo, le nuove norme limiteranno le prerogative del potere giudiziario in una modalità ritenuta autoritaria. La bozza di provvedimento voluta dal governo include la possibilità che la Knesset – il parlamento israeliano – annulli una decisione della Corte suprema relativa alla legittimità di una norma e modifica il meccanismo di selezione dei giudici invertendo gli attuali equilibri decisionali a favore del governo. Secondo Netanyahu, che ha parlato ancora del tema in un’intervista all’emittente statunitense Fox, la legge “corregge” l’attuale sistema che permette ai giudici della Corte Suprema di “auto nominarsi” nell’ambito di una meccanismo che “non esiste in nessun’altra democrazia”. Ieri il premier ha rimosso dal suo incarico il ministro della Difesa Yoav Gallant. Sabato l’ormai ex dirigente del governo aveva invocato una sospensione dell’iter della riforma del settore giudiziario e l’apertura di un dialogo. La rimozione del ministro ha acuito il malessere della popolazione israeliana ed è stato oggetto di critiche anche da parte del leader dell’opposizione ed ex premier Yair Lapid, che ha chiesto a Netanyahu di tornare sui suoi passi e di far partire un “dialogo nazionale”.

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