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L’ombra di Ronaldo sull’Italia, la resa dei conti per il Mondiale

L’Italia affronterà la Macedonia del Nord nella prima partita dei play off di qualificazione ai Mondiali in Qatar. Se dovesse vincere affronterà nella partita decisiva la vincente tra Portogallo e Turchia

Pubblicato:26-11-2021 19:24
Ultimo aggiornamento:26-11-2021 21:18
Autore:

cristiano_ronaldo
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di Mario Piccirillo

ROMA – “Meglio evitare il Portogallo“. Ma tutti, da Mancini a Gravina intendevano Ronaldo. Lui e l’ombra sua che c’ha lasciato. E invece no: le palline dell’urna di Zurigo hanno invitato tutto il calcio italiano a casa sua. A giocarsi una eventuale finale dei play off a Lisbona. Come se non bastassero i dubbi accessori: la Macedonia del Nord, prima. E ancora prima le fragilità che a quel maledetto sorteggio ci hanno condotto. Dal rigore di Jorginho col pallone appeso ad una curva dell’Olimpico alla sterilità in Irlanda.

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Tutto per andare al Mondiale che già abbiamo mancato quattro anni fa, e che da campioni d’Europa ci eravamo illusi di meritare per principio. Tutto si riduce, dunque, a Cr7. La Turchia e la Macedonia sono sparring, comprimari d’una resa dei conti. Un intero sistema calcio contro un solo pantagruelico uomo. Il campione asceso a divinità quando arrivò in Italia, e poi reso indietro come uno yogurt scaduto quest’estate, al Manchester United. Tocca a lui farci eventualmente l’ultimo ferale sgarbo: buttarci fuori dal Mondiale dopo averci sputato via per l’Inghilterra. A lui il piacere, se ne avrà la forza.

 Intanto registriamo il sorriso fatalista di Roberto Mancini che tanto s’era speso per rivendicare una nuova immagine d’Italia affrancata dalla scaramanzia: “Ci andremo al Mondiale”, ripeteva. “E lo vinceremo”, perdinci. Ora, a caldo, detta un “eh, poteva andare meglio sto sorteggio”. Fa il paio col “auguro all’Italia di qualificarsi” dello sventurato Ventura, il ct dell’ultima disfatta ai playoff che scelse proprio la sera di Italia-Svizzera per ricordare alla patria che lasciava il calcio. Giusto per lasciare un’ulteriore traccia di sé, non fosse bastata l’altra, indelebile. Nessuno se l’è dimenticata quella Svezia, con Insigne appollaiato in panchina mentre De Rossi sfiduciava pubblicamente il tecnico incapace di intendere e di vincere. E’ un meccanismo mentale, un ingranaggio che gira al contrario, il nostro. All’Italia il ruolo di favorita non è mai piaciuto. Siamo fatti per essere underdog, per farci trascinare dai facili (o difficili) eroismi. Amiamo coccolarci nell’epica dell’impresa. E quelle se costruite nella sottostima contestuale vengono molto meglio. Per cui – visto che ragioniamo per converso – quasi meglio proiettarci a marzo nella possibile esaltazione del rischio da battere, piuttosto che arrivarci da onnipotenti. S’è visto come si va a finire. Un rigore al 90′, biglietti aerei e hotel prenotati, Qatar arriviamo, e l’errore che stravolge il destino. Tra l’Italia e il Mondiale c’è Cristiano Ronaldo. 

(Ph profilo fb Cristiano Ronaldo)

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