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Lo psichiatra: “A Natale la comunità è spaccata dai no vax, egoisti”

Mencacci: "Ci sono paure che vanno affrontate e nel caso di chi ha paura del vaccino ci sono dati scientifici in abbondanza per superarla"

Pubblicato:26-11-2021 12:25
Ultimo aggiornamento:26-11-2021 12:25

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ROMA – Che Natale sarà per chi non è vaccinato? “Ribalterei la domanda e piuttosto mi chiederei che Natale faranno trascorrere i non vaccinati a tutti gli altri? Perché chi non è vaccinato spacca la propria comunità, generando delle esclusioni”. Claudio Mencacci, psichiatra e presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf), declina il tema del Natale dei ‘no vax’ sul concetto della responsabilità.

Probabilmente sarà un Natale di isolamento per chi non è vaccinato, “ma queste persone- prosegue lo psichiatra- devono fare i conti con le loro scelte e assumersene la responsabilità, eventualmente sostenendo l’esclusione dalle riunioni familiari o tra amici, oppure rischiando di contagiare i più piccoli o le persone fragili che non sono state vaccinate. Chi sceglie di non vaccinarsi deve ripetersi: ‘la mia paura genera vittime’“. Dare più importanza a sé stessi e alle proprie paure, a discapito della collettività, aggiunge Mencacci, è un “atteggiamento non collettivo, non empatico, che non tiene conto delle esigenze della collettività ed è pericoloso, va stigmatizzato. Noi tutti facciamo delle cose per il bene comune, per fortuna, e ovviamente ci sono comportamenti che vanno rinforzati e altri che vanno invece stigmatizzati“.

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Le nuove restrizioni imposte dal governo in tema di vaccini e green pass, sottolinea il presidente Sinpf, sono “le conseguenze che tutti affrontiamo per la paura del vaccino di un gruppo di persone. Ma- chiarisce l’esperto- ci sono paure che vanno affrontate e nel caso di chi ha paura del vaccino ci sono dati scientifici in abbondanza per superarla, così come per chi abbia avuto reazioni avverse o paventa reazioni non documentate c’è la possibilità di vaccinarsi in ambiente protetto, in ospedale, dove sono pronti a qualsiasi reazione avversa. Il problema è che la paura alimenta la paura. Così come chi ha paura di attraversare la strada prima o poi deve affrontarla e attraversare, allo stesso modo chi ha paura del vaccino prima o poi dovrà farlo“.

Mencacci è convinto, inoltre, che le nuove restrizioni, stringendo il cerchio intorno ai non vaccinati, provocheranno un aumento dei livelli di rabbia in queste persone. “Il numero dei contrari al vaccino si sta riducendo. Col tempo, resteranno solo gli irriducibili che saranno anche più arrabbiati”.

L’accresciuta attenzione a sé stessi a discapito della collettività è, secondo l’esperto, una conseguenza della pandemia che “ha esacerbato gli ‘io’ ipertrofici e gli individualismi, portando fuori- conclude- tutti quei comportamenti poco attenti, poco rispettosi delle disposizioni che significano mancanza di empatia, disattenzione verso l’altro”.

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