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Fendi ancora mecenate di Roma: tornano a splendere quattro fontane della città

A inaugurare il ritorno degli zampilli d'acqua è la fontana dell'Acqua Paola al Gianicolo da sempre conosciuta dai romani come il 'Fontanone'

Pubblicato:26-11-2019 11:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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ROMA – L’Acqua Paola al Gianicolo, il Mosè, il Peschiera e il Ninfeo dell’Acqua Vergine. Quattro fontane, quattro gioielli di Roma, tornano a splendere oggi dopo gli interventi di manutenzione straordinaria eseguita grazie al contributo della maison Fendi, la casa di moda capitolina ormai nota per i suoi interventi sulle fontane cittadine. 

A inaugurare il ritorno degli zampilli d’acqua questa mattina è stata la sindaca di Roma, Virginia Raggi, insieme a Serge Brunschwig, presidente e amministratore delegato di Fendi, e alla sovrintendente capitolina Maria Vittoria Marino Clarelli


Tra le quattro, la scelta è caduta sulla fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo, resa famosa in tutto il mondo dal film ‘La grande bellezza’, e da sempre conosciuta dai romani come il ‘Fontanone’. 

Realizzata tra il 1610 e il 1614 dal papa Paolo V Borghese come terminale dell’acquedotto Traiano-Paolo, ha spiegato Marini Clarelli, l’opera è costituita da marmi di spoglio provenienti dal Foro romano e dal Foro di Nerva, mentre le colonne in granito rosso e grigio appartenevano alla basilica costantiniana di San Pietro. 

“Fendi ha legato la sua opera di mecenatismo a una delle cose più simboliche per Roma: l’acqua. Roma, e in particolare l’impero romano, hanno puntato molta della propria ingegneria civile sugli acquedotti e l’acqua, i cui segni sono presenti in tutto il mondo. Di qui, lo speciale rapporto che c’è tra la città e le sue fontane”, ha ricordato Raggi, che si è detta “orgogliosa e grata per questa bellissima attività che la maison Fendi ha compiuto per i romani e i turisti. Sono certa che questo sarà appezzato e valorizzato”. 

I lavori eseguiti hanno interessato le mostre terminali di importanti acquedotti romani e sono stati resi possibili grazie all’elargizione liberale della maison Fendi, che dopo aver sostenuto, nell’ambito del progetto Fendi for Fountains, il restauro della Fontana di Trevi e del Complesso delle Quattro Fontane, aggiunge ora questo nuovo contributo alla valorizzazione del patrimonio artistico della Città eterna. 

Il costo complessivo dei lavori, su progetto redatto dai competenti uffici della Sovrintendenza capitolina, è stato di 280mila euro, onere assunto per intero dal mecenate. I lavori sono stati realizzati, a seguito di gara con evidenza pubblica, dalla ditta Methodos di Valeria Mallia, specializzata nel restauro dei materiali lapidei. Avviati il 29 maggio con i cantieri della Mostra dell’Acqua Paola e della Mostra del Peschiera, a cui hanno poi fatto seguito nei mesi successivi quelli della Fontana del Mosè e del Ninfeo del Pincio, gli interventi di manutenzione si sono conclusi nel rispetto dei tempi previsti. 

“Fendi è nata a Roma nel 1925, 95 anni fa e ha sempre avuto con la città una relazione molto forte- ha detto Brunschwig- Abbiamo contribuito al patrimonio con grande impegno e continueremo a farlo, perché la città contribuisce alla bellezza di Fendi“. 

Su tutte le fontane la manutenzione ha riguardato la superficie delle vasche e di tutte le parti inferiori dei prospetti, è stato eseguito il lavaggio di tutte le superfici con l’eliminazione delle patine biologiche, sono state rimosse le incrostazioni calcaree ed è stato realizzato il consolidamento e la stuccatura delle lesioni laddove necessario. Su tutte, infine, è stata effettuata l’impermeabilizzazione delle vasche e la verifica degli impianti idrici ed elettrici. In particolare, per questa occasione l’amministrazione capitolina ha realizzato, attraverso Areti, il nuovo impianto di illuminazione con tecnologia a led della Mostra del Peschiera e, nella stessa fontana, la riattivazione dell’impianto idrico, in corso di perfezionamento per un costo complessivo di 78mila euro. 

Diverse, sia per tipologia che per epoca di esecuzione, le quattro fontane sono state individuate tra le molte della città di Roma per essere fontane terminali di monumentali acquedotti romani, dei quali tre di origini imperiali, poi restaurati dai papi in epoche diverse e nell’ottica celebrativa di eternare il proprio nome collegandolo alla grande romanità, e un quarto, il Peschiera, di età moderna (1949), considerato uno dei maggiori acquedotti europei.

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