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BOLOGNA- E’ una specie di ritorno al passato, quando un quartiere di una città era come un piccolo paese, dove tutti conoscevano tutti ed era la comunità a dare un occhio a bambini e ragazzi. Succede a Bologna, nel quartiere Santo Stefano, il primo a sperimentare il progetto “Negozi amici”. Il barista, l’edicolante, il piccolo negozio di vicinato diventano un punto di riferimento per i ragazzi che iniziano a spostarsi in autonomia in città, nel percorso casa-scuola, nel tragitto verso il parco o la casa di un amico e possono avere bisogno di aiuto o di essere rassicurati.
“Sei un bambina o un bambino? Nei negozi che espongono l’adesivo ‘negozio amico’ di colore giallo puoi trovare assistenza in caso di bisogno per aspettare qualcuno, riempire la borraccia, ricaricare il telefono o ripararti dalla pioggia“, informa il quartiere, che ha coinvolto già 69 attività e mette l’esperienza fatta in questi mesi per la costruzione del progetto a disposizione di altre zone della città che volessero replicarlo.
Alcuni negozi (49 per ora) si sono offerti di dare una mano non solo ai ragazzini, ma anche di ospitare le mamme che avessero bisogno di allattare. In questo caso espongono l’adesivo blu “via lattea”.
Già attivo in alcune strade del quartiere (Strada Maggiore, via San Vitale, via Petroni, piazza Aldrovandi, via Broccaindosso, via degli Orti e via Dagnini), gli esercizi commerciali che hanno aderito espongono una vetrofania che li rende riconoscibili. Il progetto è promosso dalla Consulta Cinnica e sostenuto dal Comune di Bologna, dal Quartiere Santo Stefano e da quattro associazioni di categoria, Confcommercio Ascom Bologna, Confesercenti, Cna e Fenimprese.
“Le città devono essere a misura di bambini per essere accoglienti per tutti. L’idea era creare percorsi sicuri che consentano l’autonomia dei bambini e mamme con bimbi piccoli. Siamo partiti da questionari per sondare l’interesse dei genitori e la disponibilità dei negozi. La risposta da parte dei genitori e dei commercianti è stata buona“, spiega la presidente del quartiere, Rosa Amorevole, presentando il progetto in commissione. “E’ replicabile in altre realtà della città. Per questo stiamo predisponendo un kit con i materiali che abbiamo utilizzato perché chiunque possa prenderne ispirazione. E’ un progetto che con poca spesa può dare molta resa in termini di creazione della comunità”, sostiene Amorevole.
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