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‘MUR’ di Kasia Smutniak al Toronto Film Festival

Il documentario dell'attrice è un ritratto intimo del muro anti-migranti tra Polonia (sua città d'origine) e Bielorussia

Pubblicato:26-07-2023 19:34
Ultimo aggiornamento:26-07-2023 19:34

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ROMA – ‘MUR’, documentario esordio alla regia di Kasia Smutniak, sarà presentato in anteprima mondiale, in selezione ufficiale (sezione TIFF DOCS) al Toronto International Film Festival. “Sono felice e onorata che questo film venga presentato nella Selezione Ufficiale del Festival di Toronto.
‘Mur’ è nato dalla necessità di comunicare la difficile situazione al confine Polonia – Bielorussia ma alla fine si è rivelato essere un viaggio intimo e inaspettato“, ha commentato Kasia Smutniak, che ha scritto il film insieme a Marella Bombini.

MUR, DI COSA PARLA IL DOCUMENTARIO

Il doc è ambientato a marzo 2022. Da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati. Una striscia di terra che corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro, il protagonista della storia raccontata in questo film.

Kasia Smutniak esordisce alla regia con un film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia. Il percorso, un incerto e rischioso viaggio nella zona rossa dove l’accesso non è consentito ai media, inizia davanti a un muro e davanti a un altro muro finisce.


Grazie all’aiuto di attivisti locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare. Il primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane attraversando il bosco più antico d’Europa, una frontiera impenetrabile in un mare di alberi. Puszcza Bialowieza, così si chiama quel bosco, che, proprio come il mare, è un elemento nuovo per le migliaia di persone che tentano il viaggio. Il secondo, quello di fronte alla finestra di casa dei nonni a Lodz, dove la regista giocava da bambina, è il muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.

Cercando di riconciliarsi con il proprio passato, Smutniak torna a casa con una forte consapevolezza: l’accoglienza non deve fare distinzioni, chiunque sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca democratico non innalza muri.

Prodotto da Domenico Procacci, Laura Paolucci, Smutniak ‘MUR’ è una produzione Fandango in associazione con Luce Cinecittà e sarà distribuito da Luce Cinecittà ed è realizzato con il contributo del ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Le vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales

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