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Dal porto di Napoli a Taormina, partono gli attivisti per il “No” a Trump

"Partiamo dal porto di Napoli perché luogo simbolo di quelli che sono i discorsi che vogliamo portare. Napoli sarà il concentramento per varie realtà provenienti da tutta Italia"

Pubblicato:26-05-2017 16:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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NAPOLI – “Partiamo dal porto di Napoli perché luogo simbolo di quelli che sono i discorsi che vogliamo portare. Napoli sarà il concentramento per varie realtà provenienti da tutta Italia“. Spiega in questo modo Niccolò Onesto, rappresentante dei Centri sociali del Nord-Est, la partenza dal capoluogo partenopeo dei gruppi antagonisti alla volta di Taormina dove è in corso il vertice mondiale del G7. A Napoli, infatti, oltre alla folta rappresentanza dei giovani di Insurgencia, anche gruppi provenienti da Veneto, Marche e Toscana. Con loro due consiglieri Dema di Napoli, Eleonara de Majo e Rosario Andreozzi.

La partenza per Catania, a bordo di una nave di linea della TTTLines, è prevista stasera alle 21. “Credo che la presenza di Trump al G7 – prosegue Onesto – sia un cosa molto paradigmatica della fase che stiamo vivendo. Una fase in cui Trump si erge a punto di riferimento di tutte le destre populiste e xenofobe che vogliono fare della retorica di chiusura ai migranti la propria pratica politica quotidiana. È simbolica la nostra presenza. Noi veniamo dal Veneto, terra che storicamente è terra della Lega. Ma rappresentiamo anche un Veneto diverso che non vuole sottostare a queste teorie di chiusura e difesa etnica”.


La scelta di partire alla volta del G7 di Taormina con una nave non è casuale. Vogliamo “simboleggiare il fatto che ci sono tante persone che, quotidianamente, muoiono in mare per cercare una vita migliore”.

Per i rappresentanti dei centri sociali la marcia contro le politiche adottate dai grandi della Terra ha in realtà un obiettivo su tutti: evidenziare il senso delle azioni compiute in questi pochi mesi di insediamento dall’inquilino della Casa Bianca.

Trump per Onesto “rappresenta la faccia del Paese che più di tutti sta fomentando venti di guerra, venti di disperazione in quei Paesi come la Siria, bombardati quotidianamente in nome della lotta all’Isis. Contemporaneamente Trump, però, incontra l’Arabia Saudita, uno dei maggiori sostenitori e finanziatori dell’Isis in questa ipocrisia di fondo che mette al primo posto gli interessi economici e non delle persone”.

A Taormina non sarà contestata solo la politica “estera” del G7 ma anche la “chiusura ambientale di Trump”. Chiusura che “relega tutta la questione ambientale a semplice leggenda rifiutando tutti i patti che gli Stati Uniti hanno firmato con gli altri Paesi sul tema”. “È anche per questo – conclude Niccolò Onesto – che Trump in Italia non è ben accetto”.

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