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Scuola, il pedagogista: “I tamponi agli studenti? Un alibi per tenerla chiusa”

Novara: "Per i bimbi non sarebbe un problema. Ma abbiamo solo 15 giorni per mettere in piedi questa procedura"

Pubblicato:26-03-2021 13:13
Ultimo aggiornamento:26-03-2021 13:13

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ROMA – La proposta di effettuare tamponi periodici ad alunni e studenti nel momento in cui le scuole saranno riaperte, secondo il pedagogista Daniele Novara, è “un alibi per tenerle ancora chiuse. Perché- spiega- organizzare questo tipo di procedura, presumibilmente, risulterà molto complesso e difficile. Di per sé, specialmente con i test salivari, non sarebbe un problema, anzi io stesso a settembre avevo sostenuto che potessero essere una valida soluzione per tenere aperte le scuole ‘whatever it takes’, per citare il presidente Mario Draghi. Ma abbiamo solo 15 giorni per mettere in piedi questa procedura. Io sono stato sempre contrario al lockdown scolastico- ricorda Novara- se le scuole per riaprire hanno bisogno di mettere in piedi questi controlli sistematici, di tamponi settimanali, è chiaro che si tratta di un alibi per non riaprirle neanche dopo Pasqua”.

Il parere del fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) è che “le istituzioni devono smettere di prendere in giro genitori, ragazzi, insegnanti e la società intera, perché è in gioco il futuro dei ragazzi e di tutti noi. Tenere aperte le scuole- tiene a sottolineare- è la base stessa della democrazia e quando c’è un golpe le prime cose che si fanno sono spegnere le tv e chiudere le scuole“. Essere sottoposti a tamponi periodici potrebbe avere qualche effetto negativo sui bambini? “Fare i tamponi una volta a settimana non stresserebbe i bambini che, piuttosto, sono stressati da otto ore di mascherina e non certo da dieci secondi di tampone- assicura l’esperto, ribadendo che- chiudere le scuole è vincere facile. Devi dimostrare che stai facendo qualcosa e allora chiudi le scuole, mentre tutto il resto è aperto. Questo- chiarisce Novara- significa accanirsi contro l’istituzione più fragile che è tale perché gli alunni non votano e quindi- conclude- non hanno alcuna voce in capitolo”.


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