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Da ‘Codeway’ l’appello a un post-Covid di opportunità

Il mondo della cooperazione allo sviluppo è chiamato a ripensare obiettivi e interventi. Ma le soluzioni ci sono, come è emerso oggi già dalla prima conferenza di Cooperation Development Expo

Pubblicato:25-11-2020 16:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:38

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ROMA – La pandemia di Covid-19 sta mettendo a rischio i progressi raggiunti nei Paesi più fragili, ponendo una seria sfida anche per il mondo della cooperazione allo sviluppo, chiamato a ripensare obiettivi e interventi. Ma le soluzioni sono a portata di mano, come è emerso oggi già dalla prima conferenza di Codeway – Cooperation Development Expo, manifestazione ideata e organizzata da Fiera Roma. 

“Bisogna trasformare questa crisi multi-dimensionale senza precedenti in un’opportunità per una ripresa equa e sostenibile”, l’invito della viceministra agli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Emanuela Del Re. Convinta che servano “strumenti innovativi per finanziare la ripresa e lo sviluppo, trovando un equilibrio complessivo tra politiche fiscali, economiche e sociali” e incoraggiando la collaborazione tra “governi, privati e organismi della società civile”. 

Un punto rilanciato dai rappresentanti del mondo delle ong italiane, a partire da Raffaele Salinari, del Coordinamento italiano network internazionali (Cini): “La pandemia ha spinto le organizzazioni a ripensare il proprio impegno, mettendosi al servizio dell’Italia”. Questo però non può lasciare indietro gli interventi internazionali, a partire dall’aumento dell’attuale 0,22 per cento del Pil investito nel settore. “L’Italia non può ricoprire la presidenza del G20 mentre resta il fanalino di coda degli investimenti allo sviluppo”, l’affondo di Salinari. 


E se per Silvia Stilli, dell’Associazione organizzazioni italiane di cooperazione e solidarieta’ internazionale (Aoi), la ricetta giusta sarebbe “co-programmare e co-progettare la cooperazione entro le politiche europee e globali, mettendo in rete le istituzioni – governo, regioni ed enti locali – con le realtà del terzo settore”, per Valeria Emmi, di Link 2007, la presidenza italiana del G20 deve puntare a “rimodulare il debito che grava sui Paesi fragili”. 

Nel concreto, per Emmi, “bisogna permettere ai Paesi di pagare il debito in valuta locale, escludendo l’obbligo di ricorrere a valute forti”. La rappresentante di Link 2007 ha continuato: “Le risorse così versate andrebbero raccolte in un ‘Sdg Fund’ da impiegare per rigenerare investimenti efficaci, efficienti e di medio periodo per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda di sviluppo 2030”. Il ruolo che giovani e università possono svolgere nei “nuovi orizzonti” che si aprono al tempo della pandemia è stato evidenziato da Maurizio Tira, rettore dell’Università di Brescia e delegato della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. “La cooperazione è un valore intrinseco del mondo accademico dato che la ricerca deve essere cooperativa” ha detto. “I Sud del mondo sono temi centrali nei programmi di studio mentre lo scambio con atenei e studenti stranieri è una prassi consolidata che permette di rafforzare l’interculturalità”.

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