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SAN MARINO – Il risultato incassato nella commissione Finanze, con 9 voti a favore, 4 astenuti e nessun contrario, faceva presagire un confronto relativamente rilassato in Consiglio grande e generale. Ma l’esame della “Legge a sostegno dei giovani imprenditori e delle nuove attività nei centri storici“, approvata oggi dal parlamento sammarinese con 27 favorevoli, 16 contrari e 5 astenuti, si è trasformato nel palcoscenico di una serie di critiche piovute sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
Introducendo le novità, il relatore di maggioranza, Gerardo Giovagnoli, è partito dal “prestito d’onore”, uno strumento con cui “lo Stato si sostituisce alle banche e diventa erogatore di micro credito esclusivamente sulla fiducia, senza richiedere alcuna garanzia”. La “massima cifra prevista è di 15mila euro, e può arrivare a 45mila nel caso in cui l’attività venga considerata innovativa”. Il capitale prestato, inoltre, “non è sottoposto ad alcuna forma di interesse e va restituito in 4 rate costanti semestrali a partire dal secondo anno”.
L’esponente del Psd cita anche la “possibilità di posticipare il versamento dell’intero capitale sociale a partire dal terzo anno di attività“. Ed elenca gli incentivi fiscali: “Esenzione che porta l’aliquota al 4% per i primi 6 anni di attività, sgravi contributivi al 50% sempre per i primi 6 anni, credito agevolato mantenuto”. La legge sarà valida per chi ha “un’età inferiore ai 40 anni, 45 se donna“. Dal Pdcs il proponente della misura, Alessandro Cardelli, ritiene la precedente normativa “obsoleta” e il “fondo perduto non educativo”. Meglio, quindi, optare per “il prestito d’onore, fatto non con garanzie personali ma sulla fiducia”.
Nella maggioranza c’è però chi storce il naso. Come Andrea Belluzzi, che dal Psd boccia proprio questo tipo di erogazione: “Vista l’esistenza della garanzia dello Stato sui finanziamenti, credo sia valida per il sostegno allo studio, ma con l’imprenditoria ha poco a che fare”. Il consigliere preferirebbe piuttosto “uno Stato che investe e dota di infrastrutture il Paese, ma non finanziando senza garanzie gli imprenditori”. Chi apre un’impresa, dice, “deve sapere che nessuno ti regala la pagnotta”. La critica è netta: “Questa legge cerca di dare una risposta, ma non è la risposta per l’imprenditoria giovanile”.
Dall’opposizione si fa sentire invece Andrea Zafferani di Civico 10: “Per il prestito d’onore l’importo è basso, sono cifre quasi ininfluenti, ma è meglio che niente”. Dopo di lui prende la parola Paride Andreoli del Partito socialista, che nonostante i toni pacati ricorda la posizione delle “cinque associazioni di categoria che si sono espresse in modo contrario su questo provvedimento”. E’ quindi la volta di Tony Margiotta, che da Sinistra unita critica “il comitato valutatore”. La politica “deve dare gli strumenti a coloro che vogliono fare economia- dice- ma non deve mettersi dentro un organismo valutatore”. Le perplessità proseguono durante l’esame degli articoli, con Marco Podeschi dell’Upr netto nel bocciare la forma dell’iniziativa: “Avete fatto una legge in cui si dice tutto e il contrario di tutto”.
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