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VIDEO | “Circoli contro il deserto”, a Imola gli “Strati” generali dell’Arci

Appuntamento a Imola dal 26 al 28 ottobre con tre giorni di panel, workshop, presentazioni di libri ed eventi artistici per la rassegna nazionale dell'associazione ricreativa

Pubblicato:25-10-2023 17:28
Ultimo aggiornamento:25-10-2023 17:28
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strati della cultura Arci imola
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BOLOGNA – I circoli Arci come antidoto alla ‘siccità culturale‘, le nuove forme ibride di promozione artistica e gli interventi sui territori in epoche di grandi cambiamenti delle città e dei territori. Sono alcuni dei temi che saranno trattati alla rassegna nazionale dell’associazione ricreativa e culturale italiana a Imola, dal 26 al 28 ottobre, “Strati della cultura“, che per l’occasione ha chiamato a raccolta politica, istituzioni e intellettuali, partendo dalla domanda: dove nasce l’esperienza culturale?, da cui deriva anche il titolo dell’evento.

Tre giorni di panel, workshop, presentazioni di libri ed eventi artistici tra teatri, centri giovanili e circoli, ai quali parteciperanno esperti, istituzioni, artisti e operatori culturali da tutta Italia che si confronteranno su alcuni temi: dalla promozione e la diffusione artistica alle nuove forme di produzione artistica, dall’amministrazione condivisa alle pratiche femministe, gli spazi inclusivi e sicuri; dal ruolo degli spazi indipendenti alle comunità pedagogiche.

Giunti alla 16esima edizione, gli “Strati della cultura” approfondiranno le questioni dell’accesso, della partecipazione, degli spazi e dei modelli per favorire l’incontro tra le persone generando pratiche culturali e artistiche. Arci infatti segnala come sia “sempre più difficile, nelle città e nei paesi della nostra contemporaneità, trovare spazi liberi e indipendenti, che sfuggano alle speculazioni del mercato immobiliare o al turismo pervasivo, per assumere quel ruolo di luoghi generativi, che immaginino il futuro delle città a partire dai quartieri e da un ruolo di promozione culturale dal basso”. In questo senso rivestono un ruolo fondamentale i circoli dell’associazione sul territorio, che “agiscono in un panorama di progressiva desertificazione dei servizi pubblici e di incentivazione di politiche indirizzate allo sviluppo turistico o ai grandi eventi, senza una attenzione al radicamento dei processi culturali”, spiega Marco Pignatiello di Arci Emilia-Romagna.


Lo scenario infatti è di una profonda “siccità culturale” del Paese, come segnalato recentemente dall’Istat, prosegue Pignatiello, ovvero di “territori in cui mancano totalmente i presidi istituzionali per la cultura, con un progressivo sedimentarsi di diseguaglianze territoriali profonde”. Per questo è necessario confrontarsi per capire come “reagire all’isolamento e ad una concezione, sempre più diffusa, della cultura come decoro urbano”, quando invece “l’arte e la cultura devono aprire conflitti, frizioni per ripensare il presente, per lasciare tracce seminali, altrimenti rimangono orpelli e non rispondenti all’urgenza di partecipazione e di trasformazione delle comunità”.

Agli “Strati della cultura”, promossi da Arci Emilia-Romagna e nazionale con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, tra gli altri interverranno la presidente onoraria dell’Arci Luciana Castellina, il presidente di cheFare Bertram Niessen, Vincenzo Santoro responsabile Cultura e Turismo di Anci, il direttore artistico del festival Jazz is dead di Torino, lo scrittore Christian Raimo e Alessandra Ferrighi della Fondazione Scuola e Attività Beni Culturali.

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