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Genovese: “Ai migranti oggi manca la possibilità di dimostrare, i ‘Leoni di Sicilia’ l’hanno avuta

Miriam Leone è Giulia: "Lei è una migrante nella storia, migra da una condizione della donna preistorica alla rottura delle regole scegliendo il suo destino"

Pubblicato:25-10-2023 08:38
Ultimo aggiornamento:25-10-2023 15:03
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ROMA – “Pur avendo avuto una certa avversità perché facevano concorrenza alle imprese del posto e alteravano lo stato economico, ai Florio partiti dalla Calabria e arrivati in Sicilia per cercare fortuna gli è stata data una possibilità. Certo, è stata difficile, avversa, in salita, ma l’hanno avuta. Quindi penso che questa sia la chiave per un migrante: avere la possibilità di dimostrare come hanno fatto nell’800 i Florio“. Così Paolo Genovese all’agenzia Dire, in occasione dell’anteprima de ‘I Leoni di Sicilia’, la serie tratta dall’omonimo bestseller di Stefania Auci. 

Da oggi su Disney+ con i primi 4 episodi e dall’1 novembre con i restanti 4, la serie racconta la storia della famiglia Florio. ‘I Leoni di Sicilia’ è un’epopea fatta di amore, famiglia, successi, guerre e rivoluzioni, che si svolge nella Sicilia dell’Ottocento fino all’Unità d’Italia del 1861.  I fratelli Paolo (Vinicio Marchioni) e Ignazio (Paolo Briguglia) sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da una Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di Paolo, Vincenzo (Michele Riondino), con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del tempo.

Giulia è una migrante nella storia, nel senso che migra da una condizione della donna veramente preistorica e terribile alla rottura dello status quo del tempo rompendo le regole, scegliendo per sé, scegliendo il suo destino e la sua vita”, ha raccontato Miriam Leone.


Oggi il mondo è più chiuso. Però d’altra parte la storia dei Florio è talmente unica e incredibile e anche all’epoca avresti detto che non avrebbero avuto una possibilità. È impossibile che un povero calabrese terremotato senza soldi arriva da povero in una città (Palermo, ndr) dominata dalla nobiltà e dalla borghesia opprimente per tutti e riesce non solo ad avere una bottega fiorente, ma anche a costruire addirittura un impero economico. Quindi, oggi come allora, secondo me è una storia rarissima“, ha detto Paolo Briguglia.

Per Marchioni “La Palermo del 700-800 era una delle città più ricche d’Europa, più multietnica d’Europa perché figlia di influenze arabe e africane. Era il cuore del Mar Mediterraneo, che era veramente il Mare Nostrum, forse uno dei luoghi più sviluppati d’Europa. Noi oggi stiamo messi molto peggio rispetto a 200-300 anni fa, dal punto di vista della società e dell’aspetto economico. Le menti sono meno vive e curiose e fervide di 200-300 anni fa. Penso che culturalmente fossero avanti anni luce rispetto a come siamo noi – ha proseguito l’attore – perché i Florio hanno abbandonato la Calabria, che era molto povera e non c’era possibilità di crescita. E Paolo Florio ha avuto la testardaggine di strappare la famiglia dalle sue radici e portarla lì. E questa visione di un mondo migliore ha poi dato il via a tutta la famiglia Florio. Secondo me – ha concluso – tramite questa serie è bello vedere anche una parte della storia del nostro Paese, che si studia sempre meno purtroppo perché siamo molto più ignoranti di 200-300 anni fa“.

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