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Mai così tante 50 euro: Gdf sequestra 48 milioni di euro in banconote false, è record in Italia

Blitz all'alba delle Fiamme Gialle in provincia di Napoli. L'ingente somma di denaro era pronta a essere immessa sul mercato

Pubblicato:07-05-2024 09:43
Ultimo aggiornamento:07-05-2024 13:08

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Di Piero Bonito Oliva e Giuseppe Pagano

ROMA – Quarantotto milioni di euro in banconote false, perfettamente riprodotte, pronte a essere immesse sul mercato. Mai così tante banconote da 50 euro, mai per un importo così grande: si tratta infatti, a quanto apprende la Dire, del più importante sequestro di banconote false di quel taglio mai realizzato in Italia. Un blitz all’alba in provincia di Napoli, nell’area est della città metropolitana, ad opera del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, il reparto delle Fiamme Gialle che opera a tutela dei mercati finanziari, insieme al Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli. Indagini durate 10 mesi, gli investigatori hanno seguito i falsari in tutte le fasi organizzative dell’attività. Questa mattina è scattata l’operazione: colte in flagranza due persone, altre 5 sottoposte a fermo. L’opificio clandestino è stato sequestrato.

LE INDAGINI

Le indagini, spiega una nota della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord e a firma del procuratore Maria Antonietta Troncone, hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale, operante nel territorio di Casavatore (Na), dove aveva la propria sede logistica. In particolare, gli associati, a seguito di ripetuti incontri organizzativi avvenuti nell’agro aversano, avevano allestito una vera e propria tipografia occulta all’interno di un capannone industriale preso in affitto da una società di bonifica ambientale estranea alle indagini. Il sodalizio, è stato accertato, utilizzava una stamperia clandestina allestita nel quartiere napoletano di Ponticelli al cui interno sono state sequestrate banconote contraffatte da 50,00 euro della serie “Europa”. Gli indagati, dettagliano dalla Procura, avevano attrezzato il laboratorio clandestino con macchine da stampa industriali particolarmente sofisticate e altamente performanti, “previamente trasferite dalla loro base logistica sita in Casavatore, provvedendo al cambio del contatore elettrico per velocizzare la produzione delle banconote contraffatte, entrata a pieno regime nel mese di aprile”. Da allora, due abili falsari hanno vissuto in isolamento all’interno dell’immobile senza mai interrompere la produzione, potendo contare sul supporto di un complice che provvedeva alle loro quotidiane necessità di sostentamento. Quest’ultimo, poi, comunicava con il dominus dell’associazione, un tipografo 70enne con numerosi precedenti penali, che impartiva “ai sodali puntuali direttive sui processi di stampa dopo aver visionato lo stato di avanzamento delle banconote contraffatte e interloquiva, altresì, con tre autotrasportatori di Giugliano in Campania per fornire ogni necessario supporto logistico”.


LA STRUTTURA

Il capannone, che i falsari monitoravano costantemente con l’ausilio di telecamere esterne, aveva subito modifiche strutturali per consentire l’alloggiamento dei voluminosi macchinari necessari per la stampa, debitamente occultati dietro masserizie di uso quotidiano, come i letti e il mobilio utilizzati dai falsati. All’interno dell’opificio clandestino, oltre alle banconote false, sono stati sequestrati macchinari industriali, un tavolo luminoso, taglierine, personal computer, vernici, solventi, nonché rotoli argentati utilizzati per realizzare la striscia olografica presente su ogni banconota. La tempestiva operazione repressiva di oggi, puntualizza la Procura, è stata possibile grazie a “prolungate attività di osservazione e pedinamento, all’utilizzo di sistemi di tracciamento GPS, al supporto dei mezzi aerei del Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare e del Reparto Operativo Aeronavale Napoli della Guardia di Finanza”, che hanno consentito “la ricognizione dell’immobile ad alta quota, nonché dei “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego Napoli”. Gli accertamenti effettuati sulle banconote hanno permesso di ricondurre la contraffazione al cosiddetto “Napoli Group” e di constatarne “la pregevole fattura, in grado di ingannare facilmente chiunque ne fosse venuto in possesso. La metodologia di produzione utilizzata dai soggetti arrestati è particolarmente insidiosa per la fede pubblica perché, a differenza della stampa digitale, implica il coinvolgimento di figure professionali altamente specializzate, l’investimento di ingenti capitali e la costituzione di una vera e propria “organizzazione d’impresa” in grado di garantire la produzione su vasta scala di banconote pressoché identiche a quelle genuine”.

I RISULTATI DELLA GDF

Tra i sette indiziati di oggi, uno è stato raggiunto dal decreto di fermo “nella veste di promotore del sodalizio”. Con l’operazione odierna, negli ultimi cinque anni, l’attività di contrasto alla produzione di banconote false posta in essere dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, ha consentito di arrestare in flagranza di reato sedici soggetti, nonché di sequestrare 5 stamperie e circa 100 milioni di euro contraffatti.

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