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TRIESTE – Un ringraziamento non scontato ai donatori friulani, al presidente Peressoni e alla perfetta organizzazione gestita della sezione di Ampezzo guidata da Eva Martinis è stato rivolto oggi nella località carnica dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, agli oltre duemila membri dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue (Afds) di Udine riuniti in occasione del 58esimo congresso provinciale. Serracchiani, che ha sottolineato la sua volontà e il suo piacere di essere presente nella circostanza, si è soffermata sulle ragioni della riforma sanitaria, spiegando che “anche i sistemi che funzionano, che vengono da una partecipazione condivisa e da una storia importante hanno necessità di un riadattamento perché nel frattempo cambiano i bisogni delle persone, cambiano le esigenze dell’assistenza, cambia il sistema stesso della medicina”.
“Il nostro sistema sanitario – ha aggiunto la presidente – è autonomo ed ha in se tantissime peculiarità e straordinarie eccellenze, ma ha avuto bisogno di un adeguamento, di cambiare e conformarsi al nostro tempo e ai nuovi bisogni”. A fronte delle differenze che segnano la qualità della sanità in Italia, Serracchiani ha affermato che “dobbiamo assumerci una responsabilità, proprio noi che siamo portatori di un ‘modello Friuli’ che non è fatto solo da regole e da modelli giuridici ma soprattutto dalle gambe e dalle teste delle persone, dalla capacità di essere comunità, legandoci con un vincolo di solidarietà forte”. “Abbiamo una sanità di cui andare orgogliosi – ha evidenziato la presidente – ma, mentre sono cambiati i bisogni, quella sanità è rimasta ancorata a un passato dove non si potevano trovare le risposte adeguate alle nuove domande”.
“La sanità regionale – ha proseguito – è stata costruita sul presupposto che al centro ci fossero gli ospedali, mentre ci siamo accorti che tantissimi posti letto per acuti non venivano utilizzati ma venivano pagati al 100 per cento. Mancava invece tutto quello che serve dopo l’intervento, e cioè la riabilitazione, le lungodegenze, la fisioterapia, le rsa medicalizzate. Tutto ciò che, se non è sostenuto dal servizio pubblico, cade sulle spalle delle famiglie e in particolare delle donne”. Per la presidente “costruire il cambiamento della sanità è un dovere etico e sociale, prima ancora che economico e politico. Se non ci sono le strutture che devono accogliere dopo l’ospedale, se manca il sistema territoriale, vuol dire che abbiamo una sanità che non dà le risposte giuste, una sanità che costa ma che non spende bene i suoi soldi. E siccome in Friuli Venezia Giulia i soldi sono i nostri – ha rimarcato – dobbiamo ancora più responsabilmente creare rete, programmazione, pianificazione”. Richiamando poi la “necessità di investire sul serio sui giovani, di formare quelli che vengono dopo di noi e che devono essere più bravi di noi”, Serracchiani ha detto che “su questi temi non ci devono essere divisioni politiche, questa è un’assunzione di responsabilità e una missione collettiva, a prescindere dalle nostre storie personali e dalle nostre personali ambizioni”.
“Questa è una regione che fino a poco tempo fa aveva un trattino tra Friuli e Venezia Giulia e – ha sottolineato Serracchiani – c’è qualcuno che ancora lo rivuole“. “E’ difficile tornare a fare comunità solidale, come pure siamo stati e siamo in grado di essere, perché purtroppo – ha rilevato la presidente – ci siamo fatti prendere dall’individualismo, da piccoli egoismi: qualcuno li chiama campanili. Io mi auguro e spero che esperienze come quella dei donatori friulani di sangue ci facciano capire che non si torna indietro. La crisi ci costringe ad accettare la sfida del cambiamento e dovrebbe farci capire che se ci mettiamo insieme riusciamo ad affrontare le prove più difficili”. Serracchiani, augurando buon lavoro ai donatori e a tutte le sezioni presenti e un operoso congresso 2017 al sindaco di Premariariacco, ha voluto concludere con un riferimento personale: “Il mio è un ringraziamento che faccio col cuore perché la mia famiglia purtroppo sa cosa significa l’importanza della donazione del sangue“. Serracchiani ha consegnato tutte le medaglie d’oro ai donatori di sangue emeriti mentre le altre autorità presenti hanno consegnato le medaglie d’argento e le gocce d’oro. Hanno raggiunto Ampezzo in bicicletta alcuni gruppi ciclistici, tra cui quello di San Giorgio di Nogaro con il vicepresidente del Consiglio regionale, Paride Cargnelutti. Il raduno, che lo scorso anno si era tenuto a San Daniele, nel 2017 avrà luogo a Premariacco, oggi rappresentata dal sindaco Roberto Trentin e dal presidente di sezione, Massimo Crisetigh.
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