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Cgil, in Emilia-Romagna un ‘esercito’ di 822.000 tesserati

BOLOGNA - La crisi non fiacca la Cgil dell'Emilia-Romagna, che ha chiuso il tesseramento 2015 con 822.176 iscritti,

Pubblicato:25-02-2016 18:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

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BOLOGNA – La crisi non fiacca la Cgil dell’Emilia-Romagna, che ha chiuso il tesseramento 2015 con 822.176 iscritti, facendo segnare solo un -0,01% rispetto al 2014 (120 tesserati in meno). Questo significa che dall’inizio della crisi (2008) ad oggi le adesioni al sindacato hanno fatto registrare un aumento di 5.533 tessere, come saldo tra la crescita degli attivi (+7.679) e il calo dei pensionati (-2.146) determinato anche dalla riforma Fornero. E intanto, per la prima volta nella storia, in Emilia-Romagna la Filcams (commercio turismo e servizi) diventa la prima categoria tra gli attivi con 71.645 iscritti (+8,5%), superando la Fiom con le sue 70.621 tessere, 1.416 in meno (-2%) sul 2014. Sono i dati presentati questa mattina dal segretario regionale Vincenzo Colla e dal responsabile organizzativo Pietro Bellucci.

cgil_collaLe cifre dimostrano che “siamo un’organizzazione che mantiene la sua rappresentanza e anzi dal 2008 cresce tra gli attivi”, commenta Colla. In particolare, la crescita della Filcams ma anche del Nidil (che rappresenta i lavoratori precari e discontinui, le partite Iva e i disoccupati) testimonia che “le battaglie promosse dalla Cgil per una contrattazione più inclusiva, nei confronti di quella parte del mondo del lavoro ancora esclusa da tutela e rappresentanza sindacale- aggiunge il segretario- siano riuscite a coinvolgere lavoratori spesso ‘borderline’, difficilmente raggiungibili e intercettabili, per dare loro visibilità, riconoscimento e più diritti sociali”. Il tesseramento ha tenuto perchè negli anni della crisi “ci siamo impegnati per non lasciare soli i lavoratori”, aggiunge Bellucci: “Questo oggi ci permette, addirittura, di essere presenti in aziende in cui prima non lo eravamo”.

Fatto sta che, dati alla mano, “un lavoratore su quattro in regione è iscritto alla Cgil“, rivendica Bellucci: se a questo si aggiunge che un altro 22% o 23% fa capo alla Cisl o alla Uil, vuol dire che “quasi uno su due è iscritto ai sindacati confederali” e di conseguenza “siamo vicini ad un tasso di iscrizione da sindacato scandinavo”. Ancora più elevati i tassi tra chi ha smesso di lavorare, rileva sempre Bellucci: gli iscritti allo Spi rappresentano il 36% di tutti i pensionati della regione e, sommando tutti i sindacati di categoria, si arriva ad una copertura del 61%. Insomma, “insieme alla Chiesa e ai Carabinieri siamo quelli più presenti”, scherza Bellucci: anzi, “rispetto ai Carabinieri anche di più, visto che stanno chiudendo le caserme”.


cgil_colla3Tornando ai numeri, a fine 2015 gli attivi iscritti risultano essere 359.877, meno 164 rispetto al 2014, pari al 43,8% delle tessere. I pensionati dello Spi si attestano a quota 462.299 (44 in più rispetto al 2014) e rappresentano il 56,2% dei tesserati in regione. Per quanto riguarda il genere, il 2015 fa registrare una sostanziale parità tra le donne (49,9%) e gli uomini (50,1%) iscritti. Sotto il profilo dell’età, invece, gli under 35 iscritti alla Cgil sono 65.263, pari al 18,1% dei lavoratori attivi, con una forte presenza in Filcams (17.440), Fiom (11.923) e Flai (8.145). Il Nidil, poi, è composto per il 38,9% del totale da under 35, pari a 6.239 iscritti. Gli stranieri nel 2015 risultano essere 73.019, pari al 20,3% del totale dei lavoratori attivi, con un’incidenza maggiore in categorie come Filt (36,5%), Nidil (34,8%), Flai (33,1%) e Fillea (29,7%). Dopo Filcams e Fiom, la terza categoria è la Fp con 48.757 iscritti (-1,9%), mentre il Nidil fa segnare un +9,3% arrivando a quota 16.049 iscritti.

di Maurizio Papa, giornalista professionista

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