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Pietro Valdoni, a 40 anni dalla morte l’Umberto I celebra il chirurgo /VD

Un libro e un film sul medico di due papi e che operò Togliatti

Pubblicato:24-11-2016 10:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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ROMA – Un libro e un film per celebrare i 40 anni dalla scomparsa di Pietro Valdoni, chirurgo del Policlinico Umberto I di Roma, considerato il più grande in Italia nel Novecento. Le iniziative sono state al centro della cerimonia tenuta proprio nell’Aula che a lui e’ stata intitolata all’interno dell’ospedale capitolino: a organizzarla il professor Carlo Gaudio, direttore del dipartimento universitario di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche, Anestesiologiche e Geriatriche. Tante le personalita’ presenti all’evento, dal rettore dell’Universita’ La Sapienza, Eugenio Gaudio, al direttore generale del Policlinico, Domenico Alessio, fino a Gianni Letta e al senatore Guido Viceconte. Oltre ovviamente a numerosi chirurghi e medici che hanno conosciuto e lavorato con Valdoni. Nato a Trieste il 22 febbraio 1900, dopo aver insegnato clinica chirurgica all’Università di Cagliari nel 1938, il medico vince le cattedre di patologia chirurgica di Modena, di Firenze e, dal 1948, approda all’università La Sapienza di Roma, dove, dal 1959, dirige la clinica chirurgica.

Migliaia i pazienti operati da Valdoni, dai comuni cittadini fino ai papi Paolo VI e Giovanni XXIII, oltre che il segretario del Partito comunista, Palmiro Togliatti. La sua vicenda umana e professionale e’ stata dunque rappresentata in due opere, entrambe realizzate da Carlo Gaudio ed Emilio Mantova. La prima è un film-documento con video d’epoca e con la partecipazione dell’attrice Chiara Cavaliere, patrocinato da Rai-Cinema e presentato in concorso nella sezione Documentari del Premio David di Donatello 2016- 2017. La seconda opera è un libro dal titolo ‘Pietro Valdoni. L’uomo, il chirurgo, l’innovatore’, che raccoglie anche le testimonianze e le interviste degli allievi diretti del ‘Professore’, come Leggeri, Marino, Messinetti, Rocca Rossetti, Tonelli, Virno. All’interno, presenti anche i ricordi del giornalista Gianni Bisiach, triestino come Valdoni e suo amico.

VALDONI, RETTORE LA SAPIENZA: ESEMPIO DI TECNICA ED ETICA

E’ stato il più grande maestro della chirurgia italiana nel periodo del rinnovamento della medicina, tra gli anni Sessanta e Settanta, quando a Roma operava all’interno del policlinico Umberto I e nell’Universita’ La Sapienza”. Con queste parole il rettore del primo ateneo romano, Eugenio Gaudio, ricorda la figura di Pietro Valdoni, a margine delle celebrazioni per i 40 anni dalla morte del celebre chirurgo triestino. Valdoni con i suoi insegnamenti “ha sicuramente lasciato il segno”. Al punto da essere il punto di riferimento per i tanti studenti che frequentano la facolta’ di Medicina. “Lo e’ sotto vari aspetti- spiega Gaudio-. Direi non solo e non tanto a livello tecnico ma sotto il profilo etico, perche’ per lui il paziente veniva prima di tutto e perche’ l’amore per la chirurgia lo portava a stare in sala operatoria anche 14 ore al giorno, senza badare sabati o domeniche”.



DG UMBERTO I: INSEGNAMENTI VALDONI SIANO ESEMPIO PER CHIRURGHI

La figura di Pietro Valdoni “e’ fondamentale per l’Umberto I, ha creato lui la scuola cui fanno riferimento i medici che operano all’interno del Policlinico”. Cosi’ il direttore generale dell’ospedale romano, Domenico Alessio, a margine della cerimonia che ha celebrato i 40 anni dalla morte del chirurgo triestino considerato il più grande del Novecento in Italia. “Penso che l’insegnamento di Valdoni debba essere preso ad esempio da tutti i medici, per ottenere i risultati che ha conseguito questo grande chirurgo“, ha spiegato Alessio. Che poi ha indicato nella “coerenza e nell’essere estremamente attaccato alla professione” la caratteristica principale di Valdoni. “Una persona che faceva il suo dovere fino in fondo e cercava di tramandare ai suoi allievi la cultura chirurgica che ha lasciato il segno a livello mondiale”. La storia di Valdoni coincide con un pezzo della storia dell’Umberto I? “Senz’altro- conferma infine Alessio- Credo che insieme a lui, considerato il chirurgo, ci siano pero’ anche professionisti come Stefanin e Condorelli, che hanno scritto la storia della medicina a livello nazionale e internazionale”.

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