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Novartis amplia il polo di Ivrea e punta sulla ricerca oncologica: investimento di 100 milioni

Quello di Ivrea è uno dei tre poli al mondo in cui Novartis conduce allo stesso tempo attività di ricerca e sviluppo

Pubblicato:24-10-2023 10:44
Ultimo aggiornamento:24-10-2023 10:57
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TORINO – Il Piemonte come regione strategica nella ricerca oncologica grazie all’investimento con cui Novartis rafforza la propria presenza in Italia e ribadisce il suo impegno negli studi sul cancro. Nella conferenza stampa tenuta all’interno del polo produttivo di Ivrea, sito nel Bioindustry Park, l’azienda farmaceutica ha annunciato un investimento di oltre 100milioni di Euro.

Nei prossimi tre anni più di 80 saranno destinati a potenziare le attività di ricerca, sviluppo e produzione di radiofarmaci, mentre 20 sono stati già stanziati per la costruzione di un nuovo edificio, inaugurato alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Oggi questo stabilimento occupa 124 persone. Sono 3mila metri quadri suddivisi tra impianti produttivi e laboratori di ricerca. Con questo ampliamento aumenteremo di circa il 20% la capacità produttiva, con un innalzamento occupazionale del 40%”, ha illustrato Valentino Confalone, Country President di Novartis Italia. Quello di Ivrea è infatti uno dei tre poli al mondo in cui Novartis conduce allo stesso tempo attività di ricerca e sviluppo. In particolare, qui vengono prodotti i radioligandi, composti di una particella radioattiva unita a una molecola in grado di riconoscere e legarsi alle cellule tumorali. Questa innovativa terapia (RLT) è caratterizzata da una precisione maggiore rispetto ad altri trattamenti farmacologici.

“L’elemento chiave è che questo trattamento non agisce chimicamente o attraverso l’alterazione del metabolismo del corpo umano, ma rilasciando un’energia positiva”, ha spiegato Giancarlo Benelli, RLT Head of international Markets Advanced Accelerator Applications. “Rispetto alle terapie tradizionali è innanzitutto più efficace, come dimostrano gli studi che abbiamo condotto, ed è certamente più sicura perché non porta tutti quegli effetti collaterali che la chemioterapia causa alterando il metabolismo complessivo del corpo umano”. Al momento la terapia RLT viene utilizzata per il trattamento del carcinoma prostatico progressivo metastatico resistente alla castrazione, ma l’impegno che Novartis ha rilanciato con il suo investimento punta ad applicare in futuro la stessa tecnologia anche ad altre patologie. “Ci stiamo focalizzando sul tumore al seno, al polmone, sul glioblastoma, che oggi non ha molte alternative disponibili”, ha specificato Benelli. “I risultati ottenuti dimostrano che la terapia non solo funziona, ma riesce a prolungare di molto sia la progressione tumorale sia la sopravvivenza. Crediamo che questo settore possa dare un contributo fondamentale alla cura del cancro”.


La scelta di investire nel polo di Ivrea non è casuale. A spiegare il motivo di questa decisione è stato il presidente Confalone: “C’è un rapporto innanzitutto storico con il Piemonte perché l’applicazione della medicina nucleare e dei radioligandi in particolare è nata da un’idea del fisico e ricercatore Stefano Buono. Dal punto di vista produttivo e industriale, il Bioindustry Park e le collaborazioni storiche che come azienda abbiamo con le istituzioni regionali, oltre che con vari istituti di ricerca e con il Politecnico di Torino, hanno creato quell’humus ideale per un investimento di questo genere. A tutto questo si unisce anche la localizzazione geografica ideale per la vicinanza all’aeroporto di Malpensa”. Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante perché si intreccia a una doppia esigenza in termini di produzione e di distribuzione dei farmaci radioligandi.

Questo stabilimento produce per tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone a tutta l’Europa”, ha aggiunto Confalone, “e il farmaco ha solo 120 ore di tempo per essere messo a disposizione del paziente”. La nuova struttura è stata inaugurata con il taglio di un nastro a cui ha presenziato il ministro Fratin. Piemontese doc, il capo del dicastero dell’Ambiente ha espresso tutta la propria soddisfazione per questo investimento che tocca e rilancia la sua regione d’origine. “Questa è la dimostrazione che a livello locale il Biopark cresce”, ha detto. “Era stata una scelta giusta tanti decenni fa e sviluppandosi in questa direzione si sviluppa nella direzione giusta, che è quella della ricerca. Si riconferma poi quanto l’Italia abbia i numeri per attrarre risorse, oltre a essere competitiva a livello mondiale in un settore particolare come quello delle Scienze della Vita”. Una competitività e soprattutto una competenza che Novartis fa proprie con il lavoro e la ricerca sul campo, impegnandosi in quella lotta al cancro che resta l’obiettivo principale di migliaia di studiosi e medici in tutti il mondo.

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