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ROMA – “La solidarietà non è un crimine”: è il commento dell’associazione Borderline Europe alla liberazione di sei pescatori di nazionalità tunisina impegnati in un intervento di soccorso in mare ma poi arrestati a Lampedusa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il fermo dei sei il 30 agosto e le accuse mosse a loro carico avevano alimentato proteste e manifestazioni di piazza in Tunisia, anche di fronte alla sede dell’ambasciata italiana. I pescatori, trasferiti in un carcere ad Agrigento, avevano riferito di essere intervenuti per soccorrere un barcone alla deriva e di averlo poi trainato verso Lampedusa con il solo intento di salvare vite umane.
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