NEWS:

Stupro Palermo, torna in carcere il minorenne: “È svenuta più volte, ci siamo divertiti”

Trasferiti per motivi di sicurezza gli altri sei

Pubblicato:24-08-2023 16:32
Ultimo aggiornamento:26-08-2023 10:01

carcere
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PALERMO –  Torna in carcere il più giovane dei sette ragazzi accusati di stupro di gruppo a Palermo. Si tratta di R.P., che era minorenne il 7 luglio, giorno della violenza su una ragazza al Foro Italico, e che era stato scarcerato nei giorni scorsi a seguito della richiesta avanzata dal suo legale. Il giudice aveva disposto per lui il collocamento in una comunità. Oggi i carabinieri della compagnia Piazza Verdi hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale per i minorenni di Palermo. Il ragazzo è tornato nel carcere minorile Malaspina, dopo che la Procura per i minorenni ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti. Il nuovo arresto del più giovane dei sette ragazzi indagati per lo stupro di gruppo nasce dall’analisi del cellulare sequestrato al ragazzo e dal suo profilo su Tik Tok.

IL GIP: MINORE INSENSIBILE ALL’ATROCITÀ COMMESSA

“Un giovane che, lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità, ha continuato a utilizzare il cellulare per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali”, scrive la gip del tribunale dei minorenni di Palermo, Antonina Pardo, nel provvedimento che dispone il carcere per R.P..

Tra le prove a sostegno della tesi della Procura anche una chat del ragazzo con un amico, avvenuta il giorno stesso della violenza sessuale: il dialogo tra i due “rivela inequivocabilmente l’estremo compiacimento” dell’indagato “rispetto a quanto accaduto – scrive la gip -, la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa, considerata fonte di divertimento, e il suo disprezzo per la vittima”. 


“CI SIAMO DIVERTITI”, LA CHAT DEL RAGAZZO DOPO LO STUPRO

“Cumpa l’ammazzammu” (“Compare l’abbiamo ammazzata”), “Sviniu chiossai di na vuota” (“È svenuta più di una volta”) e “Ficimu un macello, n’addivirtemmu” (“Abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti”). Sono alcune delle frasi scambiate la notte del 7 luglio da R.P. con un amico. Il dialogo è contenuto nell’ordinanza della gip Pardo. A un certo punto l’amico riprende R.P.: “Però lariu è accussì” (“Però così è brutto”), e l’indagato risponde: “Troppo forte invece”.

GLI ALTRI 6 INDAGATI TRASFERITI PER QUESTIONI DI SICUREZZA

Gli altri sei accusati della violenza sessuale, intanto, hanno lasciato il carcere Pagliarelli di Palermo. Il trasferimento è stato disposto dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria su richiesta della direzione del carcere per motivi di sicurezza e vista l’impossibilità di potere garantire il divieto di incontro imposto dal giudice ai sei indagati dal momento che le sezioni protette del penitenziario sono soltanto quattro. Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Samuele La Grassa, Christian Maronia ed Elio Arnao sono stati trasferiti ciascuno in sei carceri diverse della Sicilia.

Nei giorni scorsi le parole agghiaccianti scambiate in chat da uno dei ragazzi accusati dello stupro per raccontare la violenza e le intercettazioni di alcuni membri del branco prima dell’arresto hanno generato indignazione e sdegno. In tanti però sono stati anche coloro che in rete sono andati alla ricerca del video della violenza, tanto che ieri il Garante della Privacy è intervenuto per ricordare “i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali“.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it