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Approvata la “famigerata” commissione di Abodi: lo Stato controllerà i conti del calcio

Dopo settimane di polemiche il sì al decreto in Consiglio dei ministri. Abodi: "Ma non c'è pericolo per l'autonomia dello sport"

Pubblicato:24-05-2024 14:52
Ultimo aggiornamento:24-05-2024 18:18
Autore:

Abodi
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ROMA – Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto che vara la “famigerata commissione indipendente per il controllo economico-finanziario dei club sportivi professionistici di calcio e basket”. La chiama proprio così, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi: “famigerata”. Alla fine di lunghe settimane di polemiche però ha vinto lui: i conti del calcio saranno controllati dallo Stato.

“Non c’è alcun pericolo per l’autonomia sport – ha detto Abodi – La commissione farà valutazioni oggettive, le federazioni prenderanno decisioni. Rischio di squadre italiane fuori dalle competizioni internazionali? Non ci sono norme in contrasto con l’autonomia dello sport. La norma prevede precisi criteri; la commissione consegnerà le sue valutazioni alle federazioni che poi prenderanno le loro determinazioni sulle iscrizioni ai campionati”.

COM’E’ FATTA LA “FAMIGERATA” COMMISSIONE


La Commissione dovrà certificare la regolarità della gestione economica e finanziaria delle società. Entro il 30 settembre di ogni anno presenterà una relazione al Parlamento e al presidente del Consiglio dei ministri, o all’Autorità politica delegata in materia di sport, sui risultati delle attività svolte nell’anno precedente e sull’andamento degli equilibri economico-finanziari delle società sportive professionistiche.

Sarà composta da un presidente e sei componenti, le cui nomine arriveranno con un altro decreto. Ci saranno il presidente dell’Inps e il direttore dell’Agenzia delle Entrate. Il presidente e gli altri quattro invece saranno scelti tra magistrati contabili, professori universitari nelle materie economiche, giuridiche e finanziarie, avvocati o commercialisti. La durata del mandato è di sette anni e non c’è possibilità di conferma.

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