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Il miracolo di Abodi: Serie A, basket, Gravina e Lotito, tutti uniti contro l’Agenzia di controllo sui conti

La bozza di riforma mette d'accordo tutti: proteste a catena per la svolta voluta dal Ministro dello Sport

Pubblicato:06-05-2024 17:33
Ultimo aggiornamento:07-05-2024 08:22

Abodi
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ROMA – Metti insieme la Lega di Serie A, quella di basket, la Federcalcio e la Federbasket, persino Gravina e Lotito. E’ un miracolo politico. Se lo può intestare il Ministro dello Sport Andrea Abodi: la bozza di decreto che istituisce la nascita di un’agenzia governativa di vigilanza e controllo economico finanziario sulle società sportive professionistiche è un collante sorprendente. La riforma – difesa strenuamente dal ministro anche stamattina a Radio anch’io sport – ha scatenato proteste a catena, note su comunicati.

Il presidente della Figc Gravina era stato il primo a intervenire a gamba tesa contro la mossa del governo. E oggi è tornato a ribadire la sua contrarietà ad una agenzia “irriguardosa nei confronti di tre magistrati che fanno parte dell’organizzazione della Covisoc, professionisti straordinari, super partes”.

Dal fronte Lega calcio, dopo una riunione con tutti i club, la Serie A ha “espresso all’unanimità la contrarietà, rivendicando l’autonomia dell’ordinamento sportivo dalla politica”. “Tutti i club di Serie A hanno nuovamente ribadito la necessità di procedere verso una piena autonomia della Lega Serie A all’interno dell’ordinamento sportivo”.


Ultima è arrivata la reazione stizzita del basket, tassello vilipeso da un trattamento di superficiale trascuratezza istituzionale. La Federazione Italiana Pallacanestro e la Lega Basket Serie A infatti si dicono “estremamente stupiti non solo per essere stati tenuti all’oscuro di questo provvedimento, che riguarda anche i club della Serie A di basket, ma anche per averlo appreso, nonostante l’evidente coinvolgimento diretto, dalle agenzie di stampa, metodo del tutto irrituale. Si conferma dunque, con totale mancanza di considerazione del mondo del basket, la tendenza a chiamare in causa la pallacanestro solo quando deve concorrere a oneri previsti a carico dei club di calcio”.

“Non comprendendo l’urgenza di un provvedimento come questo, FIP e LBA anticipano sin da ora come l’intenzione di ribaltare sui club di Serie A i costi, ingentissimi, previsti annualmente per l’agenzia, trova entrambi i soggetti nettamente contrari anche in virtù del fatto che il basket professionistico, contrariamente a quanto prevede la legge, è da anni tenuto al di fuori della ripartizione dei contributi che gli spetterebbero in forza del Decreto Melandri che, si ricorda, si applica a sport professionistici a squadre.
Tali costi, a tutto voler concedere, dovrebbero quantomeno essere suddivisi proporzionalmente tra i due sport in base ai rispettivi fatturati. FIP e LBA, avuta solo ora la dovuta visibilità sulla situazione, auspicano che il Governo, prima di assumere il provvedimento in questione, chiami al tavolo il basket, al pari del calcio, per tutte le opportune considerazioni”.

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