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VIDEO | Valle d’Aosta, nella piccola regione d’Italia il Sommet che traccia l’Europa

La rivista di geopolitica Le Grand Continent di Parigi ha scelto di organizzare dal 18 al 20 dicembre il suo primo Sommet

Pubblicato:23-12-2023 14:00
Ultimo aggiornamento:23-12-2023 14:01
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valle d'aosta lago blu
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SAINT-VINCENT (AOSTA) – Una regione in cui si può essere allo stesso tempo valdostani, italiani, francofoni ed europei. È una delle particolarità della Valle d’Aosta che con il suo multilinguismo e la sua collocazione geografica può rappresentare in piccolo quel grande mosaico di lingue e culture, di scambi e relazioni, che si chiama Europa. È proprio nella più piccola regione d’Italia, incastonata tra le Alpi, che la rivista di geopolitica Le Grand Continent di Parigi ha scelto di organizzare dal 18 al 20 dicembre il suo primo Sommet. Una tre giorni di incontri con più di 130 ospiti internazionali che tra il Grand Hotel Billia di Saint-Vincent e i 3.466 metri di Punta Helbronner, sul Monte Bianco, hanno discusso dei grandi temi dell’Europa di domani, uscendo dalle pagine della rivista e confrontandosi di persona.

“Per la Regione significa avere l’opportunità e la possibilità di confrontarsi con dei politici di livello, con dei tecnici importanti che hanno un visione globale del percorso da tracciare per l’Europa- spiega il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin-. Vuol dire avere dei punti di riferimento per esporre le proprie istanze e per farsi conoscere con tutte le peculiarità che la Valle d’Aosta può mettere sul piatto per dimostrare il valore di quello che può rappresentare all’interno del contesto europeo”. Dalla transizione geopolitica a quella economica e digitale, il Sommet ha aperto la strada al confronto sulle tre grandi trasformazioni che l’Europa dovrà affrontare. Lo ha fatto facendo sedere attorno agli stessi tavoli personalità di spicco del contesto internazionale: da Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a Michel Barnier, già commissario europeo e negoziatore nel processo della Brexit, da Enrico Letta, già presidente del Consiglio dei ministri e Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea, a José Manuel Albares, ministro degli esteri spagnolo, Pascal Lamy, ex commissario europeo per il commercio, Luciano Caveri, già eurodeputato e assessore agli Affari europei della Regione Valle d’Aosta, Hervé Gaymard, più volte ministro francese e oggi presidente della Savoia e molti altri. Un’opportunità di confronto pressoché inedita per sollecitare la necessità di uno sguardo globale sui grandi temi, coinvolgendo tutti i territori dal più grande al più piccolo.

“Per pensare oggi la geopolitica non bisogna semplicemente pensare all’esterno- spiega Gilles Gressani, direttore della rivista Le Grand Continent-. Non è soltanto la Russia di Putin o la Cina di Xi Jinping. La geopolitica è anche una questione interna: come si organizza il continente, come si organizza il territorio europeo. Ci vogliono delle politiche di sviluppo territoriale, delle politiche anche diverse, forse un cambiamento di rotta dell’Unione europea. L’idea di articolare la scala continentale internazionale con una scala microlocale -e quindi passare da un atelier in cui Pascal Lamy dialoga con Romano Prodi e Michel Barnier del modo per rilanciare l’Unione europea ad un atelier di alto livello in cui si parla del ruolo che può avere l’integrazione alpina nella costruzione europea- è proprio il tipo di progetto che vogliamo proporre”.


Oltre ad ospitare l’evento, la Valle d’Aosta ha partecipato al dibattito portando la voce della montagna, dai trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo che la rendono quel “carrefour d’Europe” spesso invocato, ai cambiamenti climatici di cui è un osservatorio privilegiato. Temi su cui è importante discutere in un’ottica europea, partendo dal rilancio della macroregione alpina che conta 48 regioni europee e sette stati.

“È una realtà importante perché a differenza della convenzione alpina, che ha una logica molto centralistica rispetto al ruolo degli Stati, c’è un maggiore equilibrio- spiega l’assessore regionale agli Affari europei, Luciano Caveri-. Quindi la prima cosa da fare è rilanciare questa macroregione alpina sapendo che è un grande opportunità di collaborazione resa ancora più facile dalla logica del digitale”.

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