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A Bologna via i murales in via Zamboni. E i turisti (finchè riescono) li fotografano

La pulizia delle colonne è iniziata questa mattina: al lavoro due operatrici armate di spugne, carta abrasiva e pennelli

Pubblicato:23-08-2016 11:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:59

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BOLOGNA – E’ iniziata la rimozione dei murales che un paio di mesi fa, tra mille polemiche, erano apparsi su numerose colonne dei portici di via Zamboni, cuore della zona universitaria di Bologna. Due operatrici armate di spugne, carta abrasiva e pennelli stamattina hanno iniziato a lavorare sulle colonne per rimuovere la vernice dei graffiti e poi ridipingere la superficie. Il paradosso è che, proprio mentre si procede alla pulitura delle colonne, non manca qualche turista di passaggio che si ferma per fotografare i murales ancora intatti. Una scena che, del resto, capita spesso di vedere attraversando via Zamboni.

I MURALES ERANO STATI FATTI A GIUGNO, “NUOVI COLORI DA RACCONTARE”

graffiti_bolognaI writers erano entrati in azione lo scorso giugno durante il “Batti il tuo tempo festival”, promosso dal Collettivo universitario autonomo (Cua). Sul profilo Facebook della rassegna, subito dopo, apparve il seguente messaggio: “Arte illegale in festival illegale, nel segno dell’autogestione. I portici di via Zamboni hanno ora nuovi colori e nuove storie da raccontare, grazie ai tanti artisti che hanno partecipato”. La Procura di Bologna aveva aperto un’inchiesta per danneggiamento aggravato di beni di interesse artistico e, pochi giorni dopo, erano stati identificate e denunciate sei persone. Il rettore Francesco Ubertini, pur precisando di non volersi esprimere sulla valenza estetica dei disegni, sottolineò che questo tipo di espressioni non sono compatibili con la valenza storica degli edifici di via Zamboni lasciando intendere, così, che con ogni probabilità l’Ateneo avrebbe proceduto con la cancellazione. Solo pochi giorni fa altri murales della zona universitaria, anche questi realizzati durante iniziative del Cua, erano stati danneggiati da ignoti a colpi di vernice bianca.


di Maurizio Papa, giornalista professionista

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