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Il politologo: “L’Africa non ha interessi geopolitici in Ucraina, può aiutare la pace”

Alex Veit (European Council on Foreign Relations): Il continente può diventare un riferimento sul piano morale

Pubblicato:23-06-2023 17:33
Ultimo aggiornamento:23-06-2023 17:40

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ROMA – L’Africa è una terza forza, anzi di più, una forza “morale”, perché non è parte della guerra, causata da altri, e in Ucraina è priva di “interessi geopolitici”; dunque un partner sul quale, volendo favorire la pace, bisognerebbe investire. Parola di Alex Veit, politologo dello European Council on Foreign Relations (Ecfr).

MISSIONE A KIEV E SAN PIETROBURGO

Al centro di un’intervista con l’agenzia Dire ci sono le prospettive aperte dalla missione condotta questo mese a Kiev e a San Pietroburgo dai capi di Stato guidati da Azali Assoumani, il presidente di turno dell’Unione Africana. Dopo gli incontri della delegazione con Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, uno dei temi è se e come i Paesi europei sosterranno l’iniziativa. “A differenza di pesi massimi della diplomazia come la Cina, l’Ue o gli Stati Uniti“, sottolinea Veit, “i Paesi africani non hanno alcun interesse geopolitico nella guerra e hanno anzi sofferto molto a causa del conflitto, anzitutto sul piano economico”.

L’AFRICA COME “RIFERIMENTO MORALE”

L’esperto continua: “Se in un contesto tanto difficile i leader africani presteranno la massima attenzione e parleranno con una sola voce potranno diventare un riferimento morale riconosciuto da tutte le parti”.
Secondo Veit, si tratta di un percorso pieno di ostacoli e comunque “lungo”.


(Il politologo Alex Veit)

Un passaggio di rilievo potrebbe essere il vertice dei Brics, il gruppo che riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, in programma a Johannesburg ad agosto. “Nelle prossime settimane la diplomazia africana sarà molto sotto pressione” avverte Veit: “Controversie e conflitti potrebbero acuirsi per il rischio di una scadenza a luglio dell’accordo sull’export del grano attraverso il mar Nero, per il summit Russia-Africa previsto a San Pietroburgo e infine per il vertice dei Brics”.

VERSO IL VERTICE DEI BRICS IN SUDAFRICA

Secondo il politologo, “i governi africani vorranno capire se e come l’Europa intende sostenerli”. Un primo segnale, in apparenza incoraggiante, sono missioni di Stato a sud del Sahara già in programma.
“La prima ministra danese Mette Frederiksen e il suo collega Mark Rutte hanno previsto diverse visite e intendono impegnarsi in modo costruttivo in favore dell’iniziativa di pace africana” sottolinea Veit. Che evidenzia un ultimo punto: “I dirigenti subsahariani, anche quelli che propendono dalla parte della Russia, come il presidente sudafricano, sembrano voler riconoscere la sovranità dell’Ucraina e considerare la Carta delle Nazioni Unite come un riferimento”.

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