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Coronavirus, salgono a 9 i casi in Emilia-Romagna: stop alle Università, test per i pazienti in tutti gli ospedali

Si valuta anche la chiusutrìa delle scuole di ogni ordine e grado

Pubblicato:23-02-2020 12:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:02
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ROMA – Altri 6 casi di positivita’ al Coronavirus, che portano a 9 il numero complessivo di contagiati presi in carico dall’ospedale di Piacenza. Si tratta di cinque piacentini e di un residente in provincia di Lodi, in Lombardia. Dei nove diagnosticati al virus, 5 sono ricoverati presso lo stesso nosocomio in isolamento, mentre 4 si trovano al proprio domicilio, sempre in isolamento. Tra i nuovi casi, vi sono anche due medici e un infermiere dell’ospedale di Piacenza. Il nosocomio sta mettendo in atto ogni misura per affrontare in modo adeguato la situazione.

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“Visto l’andamento del quadro epidemiologico in via precauzionale, vista l’alta mobilita’ degli studenti, in accordo con il ministero dell’Universita’ e della Ricerca scientifica e le nostre Universita’ abbiamo deciso insieme la sospensione dell’attivita’ didattica (lezioni, esami, sedute di laurea) in tutti gli atenei dell’Emilia-Romagna da domani, lunedi’ 24, a sabato 29 febbraio compresi”. Lo dice il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha riunito la Cabina di coordinamento regionale.


“Inoltre, stiamo valutando la chiusura di ogni scuola di ordine e grado, asili nido, impianti sportivi pubblici e privati e dei musei. Decisione che – aggiunge- stiamo esaminando e definendo in tutti i suoi aspetti, anche alla luce dei provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri ieri sera”.

“Nella riunione della Cabina di coordinamento regionale- prosegue Bonaccini- abbiamo deciso di sottoporre al test del Coronavirus tutti i pazienti con polmonite ricoverati negli ospedali della regione e i pazienti che dovessero essere ricoverati. Potenziamo i laboratori nei quali vengono svolti i test tampone, a Bologna e Parma”.

“Abbiamo inoltre individuato nella Rems di Reggio Emilia – aggiunge- la struttura nella quale accogliere pazienti da isolare che non abbiano nelle loro abitazioni le condizioni per l’isolamento domiciliare”.

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