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Sempre più donne oculiste, ma ancora poche ai vertici

Aimo e Goal ne hanno parlato al forum risk management in corso ad Arezzo

Pubblicato:22-11-2023 19:16
Ultimo aggiornamento:22-11-2023 19:16
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ROMA – I dati di oggi rivelano un incremento notevole della presenza di professioniste donne che operano in ambito medico e oftalmologico, ma c’è ancora molto da fare. Basti considerare il fatto che, solo fino a non molto tempo fa, la chirurgia oculistica era (incredibilmente) considerata appannaggio degli uomini e ancora oggi le donne faticano a raggiungere posizioni apicali. È quanto emerso, in sintesi, in occasione del tavolo tematico dal titolo ‘Le oftalmologhe in sanità’, organizzato da AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti) in partnership con GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), nell’ambito della 18esima edizione del Forum Risk Management, dedicata quest’anno alla ‘Sfida della Sanità pubblica’, in corso ad Arezzo.

A coordinare il tavolo, che si è svolto ieri, il dottor Danilo Mazzacane, segretario GOAL e referente AIMO Lombardia, mentre presidenti: Alessandra Balestrazzi, presidente AIMO; Elisabetta Mengoni, presidente GOAL, e Marco Nardi, già direttore della Clinica Oculistica Università di Pisa. A moderare il dottor Andrea Romani, direttore UO Oculistica Azienda USL Toscana sud est e referente Toscana AIMO. Presente, tra gli altri, la dottoressa Elena Antoniazzi, direttore UO Oculistica ASST Nord Milano.


Oltre il 60% del personale del Servizio sanitario nazionale è di sesso femminile e ha meno di 49 anni; nella sanità privata lavora invece il 22,5% delle donne- hanno fatto sapere nel corso dell’incontro la professoressa Caterina Gagliano dell’Università Kore Enna e responsabile del servizio di Immunologia Oculare e Malattie rare dell’ospedale San Marco di Catania, e la dottoressa Romina Fasciani, dirigente medico presso il Policlinico ‘A. Gemelli’ UCSC di Roma e membro del consiglio direttivo di AIMO- Le oftalmologhe, in particolare, rappresentano il 35% di tutti i medici oculisti e c’è stato un incremento del 20% negli ultimi 10 anni. Sempre nella sanità pubblica il 16% delle donne medico sono primarie e il 36% dirigenti di primo livello (nel 1992 erano il 17%). Le specializzande oculiste sono il 32%. Un altro dato importante è che le donne che operano nel Ssn denunciano di avere il 30% di retribuzione in meno rispetto agli uomini”.


A commentare i dati, alla Dire, il dottor Mazzacane: “È aumentato il numero delle donne oculiste che operano nel Servizio sanitario nazionale, ma ci sono diversi aspetti che vanno migliorati. In oftalmologia, per esempio, sono ancora troppo poche le donne chirurgo, così come le professioniste che riescono a raggiungere posizioni apicali. Ma non solo: quando riescono a fare una buona carriera hanno comunque stipendi inferiori rispetto ai loro colleghi uomini. C’è ancora molto da fare, allora, e il nostro impegno come società scientifiche, parlo in particolare di AIMO e GOAL, è quello di valorizzare sempre di più il talento delle donne in oftalmologia. Tengo a sottolineare, con orgoglio, come le nostre presidenti siano proprio due donne”. Ad intervenire anche il Tenente Colonnello Stefania Speranza, Capo della Sezione Oculistica del Centro Polispecialistico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, che ha parlato dell’importanza delle donne medico, “sempre in prima linea”, nelle missioni umanitarie all’estero.

La presenza delle prime donne in medicina, intanto, risalirebbe addirittura all’antica Grecia, come sottolineato dalla professoressa Doris Hadjistilianou, responsabile Oncologia oculare e direttore della Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell’Università degli Studi di Siena, nel corso della sua relazione. La prima in assoluto fu l’ateniese Agnodice, che visse intorno al IV secolo a.C, ostetrica e ginecologa, la cui storia fu raccontata da Gaio Giulio Igino, autore latino del I secolo d.C, nelle sue ‘Fabulae’. “Prendiamo esempio dal passato, mi verrebbe da dire- ha concluso infine Mazzacane- le donne, d’altronde, hanno da sempre portato un contributo importante alla medicina. Noi oftalmologi vogliamo ripartire da qui, allora, e auspichiamo una presenza sempre maggiore di donne oculiste nel nostro Paese. Il nostro impegno andrà in questa direzione”.

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