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Salvini ri-spacca il Centrodestra, Meloni lo supera e al Pd non piace Conte ‘schizzinoso’

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:22-10-2021 17:30
Ultimo aggiornamento:22-10-2021 17:30

matteo salvini
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ROMA – Non c’è pace nel Centrodestra, dove ormai è lotta continua. Solo pochi giorni fa, attorno alla tavola di Berlusconi, Matteo Salvini, leader della Lega, e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia si erano detti d’accordo nel marciare uniti e compatti. Una promessa durata qualche ora, visto che Salvini incontrando i suoi parlamentari, lo si è saputo grazie al giornalista del Foglio infiltrato, si era lasciato andare a parole sprezzanti nei confronti dell’alleata, giudicata una rompicoglioni che lavora a danno del Centrodestra e non del Pd e M5S. E mentre Silvio Berlusconi si culla beato nell’immaginarsi presto nuovo presidente della Repubblica nella sua Forza Italia monta la rabbia di gran parte dei parlamentari e dei ministri Azzurri anche contro di lui. Una cosa che non si era mai vista e che, raccontano fonti interne, ha fatto uscire dai gangheri il Cavaliere. Ad aggravare il quadro già complicato l’ultimo sondaggio di madame Ghisleri che dà il Pd primo partito, seguito da Fratelli d’Italia (ahi ahi) e solo terza la Lega di Salvini. Ma il Capitano del Carroccio oggi ha indossato i panni dell’agnello, tornando a parlare di unità: “Il dato delle ultime elezioni amministrative nei grandi Comuni, dove abbiamo perso e dove c’è stata un’alta astensione, deve essere recepito come tale: chi litiga, bisticcia e perde tempo sbaglia. L’obiettivo della Lega è di unire, federare e andare a vincere con un centrodestra unito” ha sentenziato, proprio lui che, come visto, di nascosto attacca l’alleata che dall’opposizione gli sta fregando i voti. “La lezione di Roma e Milano – ha detto ancora Salvini- insegna che se il candidato lo indichi all’ultimo minuto, e dopo un percorso litigioso, poi non hai il tempo di presentarlo ai cittadini e di spiegare le tue idee… gli italiani che non sono di sinistra chiedono compattezza al Centrodestra che, unito, è maggioranza nel Paese”. Non sarà facile per lui perché, come detto, in Forza Italia stanno preparando l’artiglieria proprio per contrastarlo: “Attraverso un confronto leale e franco al nostro interno, credo che Forza Italia possa tornare protagonista nel centrodestra” ha detto la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, qui “non si tratta di litigare con Salvini e Meloni – ha sottolineato- ma di rimarcare le specificità di Forza Italia, che è quello che Berlusconi ha portato avanti con coraggio. Siamo portatori di una storia importante, ma, guardando al futuro, credo che Forza Italia debba avere un ruolo centrale nella rinascita del Paese. Questo lavoro lo faremo all’interno di Forza Italia e non ci possiamo rassegnare a quella percentuale preoccupante di italiani che alle ultime amministrative si sono rifugiati nell’astensionismo”. Insomma, ha detto ancora la ministra con l’occhio alla Lega “il populismo non tira più, non serve cavalcare le paure, ma dare speranza, costruire buone politiche, avere cultura di governo, mettere al centro merito, competenza ed europeismo”.

Anche nel Centrosinistra, dove il segretario Dem, Enrico Letta, sta lavorando al ‘campo largo’, ci si azzuffa tra gli alleati. Ieri Giuseppe Conte, presidente del M5S, parlando ai suoi parlamentari, per sopire i crescenti mugugni, è corso ai ripar sottolineando che mai ‘grillini’ si metteranno insieme a Renzi e Calenda. Una posizione che ha fatto storcere il naso a due dirigenti di peso del Pd: “Bisogna smetterla di parlare delle persone, dei leader”. Meglio concentrarsi sulle “cose che vogliamo fare” ha detto la Sottosegretaria allo Sviluppo economico, Anna Ascani, che ha aggiunto: “Onestamente dividersi su questioni legate ai nomi e ai leader” significherebbe “disperdere una grande possibilità che oggi è in campo. Lo abbiamo visto nei Comuni, la possibilità che il Centrosinistra torni ad essere maggioranza e a essere vincente nel Paese. Credo davvero che gli elettori capirebbero male e ci perdonerebbero difficilmente divisioni che purtroppo in passato ci sono costate care”, sottolinea. Il progetto del campo largo è ambizioso? “Le condizioni ci sono: l’importante però è parlare delle cose da fare e non delle persone”. Più secca la replica di Matteo Ricci a Conte: “Se il sistema elettorale rimane questo c’è poco da fare gli schizzinosi, lo dico sia a Conte che a Calenda, visto che un terzo dei parlamentari viene eletto con il maggioritario e noi dobbiamo fare una coalizione ampia che tenga insieme tutto il fronte europeista di Centrosinistra che oggi sostiene il governo Draghi”. Questa, sottolinea, “è una scelta obbligata, non ci sono altre strade, occorre sostenere Letta in questo lavoro paziente di costruzione dell’alleanza che già a queste amministrative si è saldata negli elettori”.


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