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FOTO | ‘Cento % Dino’, Bologna celebra Gavina “domatore di designer”

A Bologna un omaggio a Gavina, fondatore di Paradisoterrestre, nell'anno in cui avrebbe compiuto 100 anni: al via mostre parallele in diverse location

Pubblicato:23-09-2022 01:23
Ultimo aggiornamento:23-09-2022 01:23
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dino gavina mostra bologna
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BOLOGNA – Si intitola “Cento % Dino” ed è una mostra diffusa che a Bologna omaggia il rivoluzionario imprenditore Dino Gavina (1922-2007), nell’anno del centenario della nascita. Inaugura domani. Nata da un’idea di Paradisoterrestre, marchio storico del design italiano, in collaborazione con il Comune di Bologna, la mostra si articola in più luoghi per far “apprezzare selezionati tratti distintivi del fondatore di Paradisoterrestre, in una narrazione corale fatta di oggetti, valori e ideali. Non a caso nel titolo compare il nome Dino, a rimarcare quanto le sue caratteristiche personali di catalizzatore della creatività e di sovversivo -come si auto-definiva nel suo biglietto da visita- siano state rilevanti nelle molteplici avventure imprenditoriali (Gavina, Flos, Simon, Sirrah, Paradisoterrestre…) che hanno contribuito a scrivere la storia del design”.


LA ‘CASA NELLA CASA’

Si parte dalla Sala d’Ercole a Palazzo d’Accursio: qui viene presentata la dimensione più intima e domestica, quella che più lega l’uomo Dino alla sua Bologna, attraverso la riproduzione 1:1 della “casa nella casa”, una sorta di rifugio, un “cubo” nel quale isolarsi, che Gavina realizzò all’interno della propria abitazione. Pubblicata sul numero 631 della rivista Domus (settembre 1982) la “casa nella casa” è tuttavia rimasta legata alla sfera privata, ancora oggi elemento centrale all’interno di quella che fu la dimora dell’imprenditore bolognese. Ricostruita da Paradisoterrestre grazie alla collaborazione con la figlia Ilka Alessandra ed esposta in anteprima all’Adi Design Museum Compasso d’Oro in occasione della Milano Design Week 2022, la “casa nella casa” è una meta-esperienza e un vero e proprio cortocircuito spazio-temporale per i visitatori che al suo interno troveranno un video dall’archivio Rai Teche nel quale lo stesso Gavina interagisce con questo peculiare luogo.

VERRÀ ESPOSTA LA COLLEZIONE ULTRAMOBILE

Alla Galleria Paradisoterrestre, proseguono gli organizzatori, continua l’indagine “sul gaviniano modus vivendi -complementare e inscindibile dal modus operandi- attraverso le fotografie di Margherita Cecchini”: scatti perlopiù inediti che ritraggono Dino Gavina nell’intimità della sua casa e nello showroom di San Lazzaro di Savena progettato dai fratelli Castiglioni, sempre circondato dagli oggetti che lo hanno reso celebre nel mondo. Tra questi, in galleria verrà esposta la collezione Ultramobile, “immaginata da Dino Gavina nel 1971 come operazione di rottura, sovvertendo le regole di produzione e adattando in modo sorprendente all’uso quotidiano l’oggetto surrealista per realizzare ‘opere d’arte funzionali'”. In mostra, i pezzi iconici di questa importante collezione “tornano a vivere in una presentazione unica: una riproposizione tridimensionale del manifesto storico di quest’operazione avanguardistica”.


IL NEGOZIO DI VIA ALTABELLA

In concomitanza con il Cersaie e in collaborazione con Vintage55, “Cento % Dino” avrà un’appendice in quello che fu lo storico negozio Gavina in via Altabella 23, progettato dal maestro Carlo Scarpa all’inizio degli anni 60 e ancora oggi tra le più significative presenze del moderno nell’antico tessuto edilizio bolognese. Per l’occasione la singolare vetrina a doppio cerchio, segno distintivo del fare scarpiano, ospiterà un allestimento che ci farà tornare indietro nel tempo con protagonista Le Témoin di Man Ray (Edizione Paradisoterrestre 2020), un occhio indiscreto che ci guarda con insistenza e che si trasforma in un’inaspettata seduta. “Cento % Dino” si concluderà simbolicamente il 7 novembre, giorno del centesimo compleanno di Dino Gavina, “domatore di designer” -tra tutte le etichette a lui affibbiate, quella che gli piaceva abbastanza- e “il più emotivo ed impulsivo di tutti i costruttori di mobili del mondo” secondo Marcel Breuer.

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