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Caso Massaro, furia avvocati: “In commissione d’inchiesta è andata in scena denigrazione pubblica”

Dopo l'udienza al veleno dei giorni scorsi, i legali di laura Massaro intervengono per ribattere punto su punto alle gravi e "false" accuse pronunciate contro la donna

Pubblicato:22-03-2022 13:12
Ultimo aggiornamento:22-03-2022 16:15
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ROMA – ‘Come sta accadendo a molte donne in Italia dinanzi agli uffici giudiziari civili e minorili sul territorio, la signora Laura Massaro, nel corso di una vicenda giudiziaria che dura ormai nove anni, è accusata di ‘alienazione genitoriale’. Questo argomento è stato usato dalla difesa di controparte per accusare la nostra assistita in ogni sede, salvo poi negare che questa sia la motivazione dei provvedimenti adottati nella dolorosa vicenda che ci occupa e ciò al solo fine di mistificare la realtà, in un panorama giurisprudenziale che nega fermamente ogni validità del paradigma dell’alienazione genitoriale e di ogni suo corollario. Ciò è accaduto da ultimo in data 16 marzo 2022 durante l’audizione del signor Apadula e dei suoi difensori dinanzi alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori. A seguito delle gravi e non corrispondenti alla realtà dei fatti dichiarazioni rese in tale sede si rendono urgenti i seguenti chiarimenti a tutela della nostra assistita’. Così in una lunga lettera di risposta e replica a quanto accaduto in Commissione d’inchiesta sull’affido dei minori scrivono alla stampa i legali della signora Massaro: Ilaria Boiano, M. Teresa Manente, Antonio Voltaggio e Lorenzo Stipa.

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ALLONTANAMENTO MINORE CHIESTO IN NOME DELLA PAS

‘In primo luogo, si chiarisce che nei provvedimenti dell’autorità giudiziaria minorile e d’appello per decine di pagine si rinvengono intere parti delle tre consulenze tecniche d’ufficio subite dalla signora negli anni, tanto che l’ordinanza n. 2/2020 della Corte d’Appello di Roma riconosce che la ‘CTU *, fonda entrambi i decreti del TM (ndr. quello di affidamento del minore al Tutore del 05/07/2019 e il primo di allontanamento dell’11/10/2019)’ e tale CTU formula inequivocabilmente nel suo elaborato peritale l’accusa di ‘alienazione parentale’ contro la nostra assistita (la CTU è a tutt’oggi imputata per falso ideologico in atto pubblico). L’accusa di alienazione parentale rimane, di conseguenza, la sola base dell’allontanamento del minore dalla madre e della decadenza della responsabilità genitoriale’.


‘Ciò è accaduto in un ordinamento nel quale finanche il Ministero della Salute- chiariscono i legali della signora Massaro- sia intervenuto a chiarire sin dal maggio 2020 che la cosiddetta sindrome da alienazione parentale non è riconosciuta come disturbo psicopatologico da parte degli scienziati e non è inclusa in nessuna delle classificazioni in uso, come la Classificazione Internazionale delle Malattie, data la mancanza di dati di supporto (29 maggio 2020 Nota del Ministro della Salute, Speranza). La Corte di Cassazione, inoltre- spiegano gli avvocati- ha fermamente escluso che teorie prive di riscontri scientifici come la PAS possano, anche se rilevate dal consulente nominato dal giudice, costituire il fondamento di decisioni delicate come quelle riguardanti i rapporti tra genitori e figli’.

IL RIFIUTO DEL MINORE

‘Il rifiuto del bambino di incontrare il padre è stato indebitamente e sistematicamente attribuito negli anni alla madre, e ciò contro le evidenze documentali agli atti. Come ‘rimedio’ per ristabilire la relazione con il padre, che ha sempre esercitato il suo diritto di visita al figlio attraverso incontri protetti presso i servizi incaricati, il Tribunale per i minorenni di Roma e la Corte di Appello di Roma nel 2021 hanno deciso l’allontanamento del bambino, ormai adolescente di dodici anni, dalla madre, con collocamento del minore in casa famiglia seppure la madre sia stata ritenuta dai numerosi operatori psico-sociali intervenuti negli anni sempre idonea sotto il profilo della cura e dell’accudimento del figlio. Questa gravissima misura- prosegue la nota- è stata considerata ripetutamente contraria all’interesse del minore dalla Corte di appello di Roma nel 2015, dal Tribunale per i Minorenni di Roma nel 2018 e, ancora, dalla Corte di Appello di Roma nel 2020 che, con decreto definitivo e passato in giudicato, revocò il precedente decreto di allontanamento del minore dalla madre emesso in data 11.10.2019 dal TM di Roma, evidenziando il pericolo di un trauma grave nei confronti del minore, l’inadeguatezza della situazione socio-ambientale del padre e il grave rischio per la salute del minore (iperteso)’.

LA CONDIZIONE CLINICA DEL BAMBINO

‘Si precisa che anche i medici curanti del minore così come quelli della ASL RMD interpellati direttamente dai Servizi Sociali, hanno espresso – a seguito della lettura della cartella clinica del minore (in atti) – grandissima preoccupazione per le conseguenze sulla salute del minore e quindi contrarietà ad un allontanamento dello stesso dalla madre, peraltro, contro la sua volontà. Tali pareri medici sono tutti nel fascicolo processuale. Nonostante ciò- puntualizzano i legali- la misura è stata non solo nuovamente disposta ma aggravata con l’interruzione di ogni contatto tra il bambino e la madre (anche telefonico), ciò sine die atteso che nessun limite temporale si rinviene nei provvedimenti del termine di tali misure afflittive. A seguito di ricorso per Cassazione, la Corte di Appello di Roma è stata investita della richiesta di sospensione dell’esecuzione del provvedimento, alla luce del pericolo concreto e attuale di un danno grave derivante dall’attuazione delle misure disposte alla luce delle condizioni di salute del minore e della paura viva manifestata dallo stesso e documentata dal servizio sociale di essere strappato contro la sua espressa volontà dalla sua dimensione esistenziale ritenuta assolutamente adeguata. Nelle more, il minore è giunto a scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, ai quali ha espresso continuamente la sua disperazione per non essere stato ascoltato nella sua volontà di non essere allontanato dalla madre e dalla sua vita. Nonostante parere favorevole alla sospensione del provvedimento espresso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma sin dal 9 settembre 2021, in data 12 novembre 2021 è stato comunicato provvedimento di rigetto della richiesta di sospensione dell’esecuzione dell’allontanamento del minore dalla madre contro la sua volontà, con una motivazione che appare completamente avulsa dalle prove documentali prodotte negli ultimi mesi. Attualmente pende impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione promossa dalla signora Laura Massaro che lamenta gravi violazioni di legittimità del provvedimento impugnato’, continua il comunicato dei legali della signora Massaro.

‘In vista dell’udienza camerale del 26 gennaio scorso dinanzi alla Corte di Cassazione, sezioni civili, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione è intervenuta con una requisitoria durissima nella quale si sottolineano le gravissime violazioni di legge in cui sono incorse le autorità giudiziarie di merito, ponendo l’accento sull’assenza di profili di inadeguatezza alcuna della signora Laura Massaro in quanto madre e sulla grave compressione della libertà personale del figlio minore che consegue all’applicazione delle misure disposte dalle autorità giudiziarie di merito. In ultimo si ricorda che il minore, ormai dodicenne, non è stato ascoltato dalla Corte di Appello prima della decisione impugnata, adempimento che viene ritenuto dalla consolidata giurisprudenza motivo di nullità del procedimento, e divenuto uno dei principi cardine della legge di riforma del processo minorile, dovendo il Giudice accertare nell’attualità, con urgenza e soprattutto personalmente le cause del rifiuto del minore, senza possibilità di delega a consulenti, proprio ciò che è del tutto mancato nel presente caso’. E ancora scrivono gli avvocati: ‘In sede internazionale, la dolorosa vicenda della signora Laura Massaro è stata sottoposta alla Commission on the status of women e alla Special Rapporteur ONU contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne dall’associazione Differenza Donna, che sin dal 2017 sostiene la signora per affrontare la persecuzione personale e giudiziaria attivata nei suoi confronti dall’ex partner e la grave vittimizzazione secondaria derivante dalla risposta istituzionale, e ciò su segnalazione dello stesso servizio sociale’.

‘Oltre alle azioni giudiziarie che rientrano nel formale diritto di difesa garantito alla signora Massaro dall’ordinamento, in ragione della gravità dell’escalation provvedimentale subita nel corso degli anni, il fascicolo processuale è stato segnalato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e ogni forma di violenza nei confronti delle donne, all’attenzione di tutte le istituzioni e gli organismi di monitoraggio della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, al Ministero della Salute, considerata la raccomandazione ad assicurare che le autorità giudiziarie minorili espungano dalla loro attività ogni riferimento all’alienazione genitoriale, al ministero della Giustizia, da ultimo alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori, dinanzi alla quale in data 09.03.2022 è stata audita la signora Massaro’.

AUDIZIONE MASSARO

‘La signora Massaro, nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori, mantenendosi nel solco dell’oggetto di indagine dell’organismo parlamentare, ha rigorosamente ripercorso la vicenda processuale, documentando scrupolosamente ogni considerazione e allegazione, lamentando esclusivamente le disfunzioni, le irregolarità e finanche l’illegittimità del sistema normativo e delle prassi in materia di affido e provvedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale, così focalizzandosi sui profili di vittimizzazione secondaria e ingerenza illegittima dell’ordinamento nella vita privata e familiare delle persone, compresi i minorenni, in violazione dell’articolo 8 CEDU. Tutti temi, peraltro- precisano i legali- sui quali la signora Massaro, partendo dalla sua vicenda particolare, ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per rendere nota la dimensione più vasta e generalizzata della vittimizzazione cui sono esposte le donne nel nostro ordinamento all’interno dei giudizi relativi all’affidamento dei figli’.

IL CASO AUDIZIONE APADULA

‘Per contro, l’audizione del sig. Apadula- continuano i legali della signora Massaro- è stata ennesima occasione di inaccettabile denigrazione della persona della signora Massaro, accusata falsamente di comportamenti illeciti mai tenuti, stigmatizzata quale destinataria di ‘plurime condanne’, mai intervenute in sede penale, offesa reiteratamente nella reputazione, nel solco dell’inarrestabile campagna diffamatoria che ormai da anni subisce senza freno alcuno, con l’attribuzione, negli atti giudiziari così come in ogni occasione di comunicazione pubblica e sui social media, di etichette denigratorie di ogni tipo, definita a più riprese ‘criminale’ e pericolosa per suo figlio. A fronte delle gravi e false dichiarazioni rese in sede di audizione del sig. Apadula, è d’obbligo precisare che la signora Massaro non ha mai commesso nessuna delle condotte attribuitele falsamente: tra le varie, non ha mai apposto registratori addosso al figlio e non si è mai allontanata con suo figlio dalla sua casa di residenza’.
‘Ogni iniziativa di rintraccio ordinato dall’autorità giudiziaria deriva esclusivamente dall’impulso dello stesso Apadula, nei confronti del quale, si rammenta, vige sospensione della responsabilità genitoriale, e il quale, come si legge dagli atti, nel luglio 2021 è giunto a incaricare un investigatore privato del pedinamento dei nonni materni tramite dispositivo GPS sulla loro automobile e di appostamenti presso l’abitazione in cui vive il minore, investigatore al quale si è aggiunto lo stesso Apadula ripetutamente fuori casa nell’intento di fotografare gli anziani genitori della nostra assistita’.

‘Per mero tuziorismo e dovere di verità, ci preme sottolineare- affermano i legali della signora Massaro- come la lettura in Commissione di stralci di atti processuali estrapolati dal contesto e scelti ah hoc dalla difesa di Apadula al fine unico di denigrare la Massaro, sono riferiti a fatti datati e per i quali l’Apadula aveva sporto plurime denunce strumentali contro la nostra assistita per inottemperanza dei decreti (ex art. 388) e fatti tutti già vagliati e archiviati dalla Procura di Roma la quale il 15 febbraio 2021 (avendo Apadula ripresentato nel luglio 2020 querela per stessi fatti già denunciati nel 2014 e archiviati definitivamente nel 2015) nella richiesta di archiviazione afferma come: ‘dalla documentazione prodotta emerge altresì come, il querelante, abbia sporto già in passato ben 24 querele ai danni della Massaro, tutte archiviate dal GIP e tutte scaturenti da futili motivi che lo inducono ad ogni minimo disaccordo con l’ex coniuge a inoltrare querela. Infine, giova rilevare che, dai verbali di incontri prodotti dall’indagata, si evince altresì come la Massaro non abbia mai frapposto alcun ostacolo alla frequentazione del querelante con il figlio’.
Si richiama, infine, ‘l’attenzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori sulla natura particolarmente discriminatoria nei confronti delle donne che si registra in tema di decisioni sull’affidamento dei figli minori: esemplificativo di ciò è un recente decreto definitivo del Tribunale per i minorenni di Roma che in un caso nel quale il minore coinvolto manifesta rifiuto nell’incontrare la madre, ha ritenuto insuperabile e non coercibile la volontà del figlio lasciandolo così a vivere col padre e lasciando che sia il minore a decidere se e quando vorrà riprendere i contatti con la madre’.

‘Summenzionata decisione- aggiungono i legali della signora Massaro- è stata adottata dal medesimo collegio che ha deciso l’allontanamento e collocamento extra familiare del minore nei confronti di Laura Massaro con l’intervento della stessa psicologa da ultimo nominata come CTU.
Altro esempio risale al 2020 e ha suscitato anche l’attenzione del Senatore Pillon che, in modo del tutto opposto al caso di specie, tuttavia si è fortemente speso pubblicamente sostenendo l’incoercibilità della volontà del minore che non voleva allontanarsi dal padre, malgrado provvedimento di segno contrario’.

IN COMMISSIONE UNA ‘VIOLENTA VITTIMIZZAZIONE SECONDARIA’

‘Il doppio standard è evidente e inaccettabile e trasforma un contesto come quello di un’indagine parlamentare che dovrebbe rappresentare uno spazio improntato alla tutela dei diritti costituzionali inviolabili dei cittadini e delle cittadine, primo tra tutti l’uguaglianza garantita dall’articolo 3 Cost., in un’ulteriore occasione di feroce e violenta vittimizzazione secondaria della nostra assistita, strumentalizzando- concludono i legali- un’opportunità funzionale a sottoporre le criticità del sistema affidi alla Commissione nell’ennesima occasione di denigrazione pubblica della nostra assistita’, conclude la nota dei legali della signora Massaro.

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