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Appello del Cai contro i mezzi motorizzati sui sentieri dell’Umbria: “Rovinosi”

Il presidente del Cai Antonio Montani scrive alla presidente Donatella Tesei

Pubblicato:22-02-2024 18:03
Ultimo aggiornamento:23-02-2024 14:49

sentieri montagna orizzontale
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MILANO – Per tutta una serie di ragioni “la percorrenza dei mezzi motorizzati deve avvenire sui sentieri solo quando strettamente necessaria con la previsione di specifiche deroghe al divieto generalizzato”. E dunque, il Cai non arretra: dalla Regione Umbria, a partire dalla sua presidente Donatella Tesei, si aspetta “a breve un ripensamento da sull’opportunità di non modificare l’emendamento della consigliera Puletti, che pur nell’obiettivo di dare certezza interpretativa alla norma eviti scenari estremamente dannosi per l’ambiente, per l’economia e anche per la ‘brand reputation’ della Regione”. L’ennesimo altolà, e l’appello, arrivano dal presidente nazionale del Cai, Antonio Montani, in una lettera a Tesei. Con una ‘promessa’: contro lo ‘sdoganamento’ dei mezzi a motori sui sentieri “il Club alpino italiano, forte dei suoi principi, della sua storia di oltre 160 anni e dei suoi 350.000 associati non smetterà di chiedere rispetto per il lavoro dei propri volontari, per l’ambiente e per le popolazioni che abitano i territori montani”. Segue richiesta di “urgente incontro” con Tesei.

Montani ha atteso prima di scriverle “nella speranza di un ripensamento da parte della giunta rispetto all’emendamento Puletti, inoltre nei giorni scorsi ho inutilmente cercato di contattarla per poterle esprimere personalmente” i dubbi che ora, in assenza di riscontri, mette per iscritto assieme alle obiezioni, anche ‘tecniche’, oltre che politiche, contro l’idea di autorizzare i mezzi a motori sui sentieri. Montani parte dalla definizione di sentiero nella legge nazionale: compare esclusivamente nel Codice della strada che lo definisce “strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali”. La strada, invece, è “area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali”. Inoltre, il Codice individua e classifica le tipologie di strade: autostrade, strade extraurbane (statali, regionali, provinciali, comunali), strade urbane, itinerari ciclopedonali; e ne disciplina la circolazione, “ma non lo fa per il sentiero e questo perché al sentiero non si applica il Codice della strada perché il sentiero è di norma riservato al passaggio di pedoni o animali e non ai mezzi motorizzati”, scrive Montani. Ergo, “è un errore asserire che la circolazione dei mezzi motorizzati è consentita, tranne dove è vietato, per i sentieri il principio è ribaltato“. Poi ci sono altri fattori più vicini alla specificità umbra “che fa del suo paesaggio millenario e di riscoperti modi di frequentarlo, conoscerlo e amarlo, un punto di forza dell’offerta turistica e culturale”.

La rete sentieristica umbra “è unica per concentrazione di elementi naturali, architettonici e paesaggistici che consente al camminatore in pochi chilometri di incontrare eccellenze culturali uniche al mondo. L’Umbria è attraversata dal Sentiero Italia Cai” con “alcune delle tappe più belle; dalla via Francigena che si appresta a ricordare gli 800 anni di San Francesco con eventi internazionale; e da un dedalo di percorsi che uniscono borghi di bellezza unica. Anche nei drammatici mesi successivi al terremoto i sentieri hanno rappresentato un’occasione di ripartenza, portando in Umbria cittadini da tutto il paese per dimostrare la vicinanza a questa terra magica”. Meglio, quindi, non farci passare i mezzi a motore.


La stragrande maggioranza della rete sentieristica umbra “è manutenuta dai volontari del Cai, anche grazie ai contributi straordinari che riceviamo dal ministero del Turismo. Il passaggio su un sentiero di un mezzo motorizzato, ad esempio una moto da enduro, provoca danni spesso irreparabili e mortifica il prezioso lavoro dei volontari. La presenza di motociclette sui sentieri disincentiva la presenza dei camminatori che oggi rappresentano l’unico modello di sviluppo turistico davvero sostenibile e davvero utile alle popolazioni locali“, conclude con un ultimo monito dice Montani.

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