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Riecco Capitan Kluz, super eroe in salsa bolognese: combatte i narcos e salva le regine

"I cinni del cortile" riportano sugli schermi Capitan Kluz. Nel terzo film autoprodotto un poliziotto (vero) che fa il boss e il cameo di un assessore

Pubblicato:21-12-2022 16:56
Ultimo aggiornamento:21-12-2022 16:56

Locandina Capitan Kluz
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BOLOGNA – La prima apparizione nel lontano 1976, poi il ritorno sugli schermi cinque anni fa e ora un nuovo sequel: riecco in azione Capitan Kluz, il “super eroe in salsa bolognese” nato dalla fantasia di un gruppo di ex ragazzi della Bolognina che per la terza volta si sono dati da fare per realizzare un film totalmente autoprodotto. Questa volta il titolo è “Attacco al crimine”: la prima, già sold out, è in programma venerdì al cinema Galliera.

UN PO’ CAPTAIN KLUTZ, UN PO’ SUPERCIUK

Ma da dove nasce Kluz? Il personaggio è un “ibrido” tra l’americano Captain Klutz disegnato da Don Martin e il Superciuk del bolognese Magnus, spiega in conferenza stampa l’associazione “I cinni del cortile”, che ha realizzato il film e raccoglie i protagonisti (all’epoca 16enni) del primo Super 8 girato a metà degli anni Settanta. Stavolta il capitano deve fronteggiare “un incrocio di criminalità che si incontrano a Bologna: un attacco da un lato della camorra e dall’altro dei narcos colombiani e in questa guerra incrociata Kluz dovrà salvare la città”, racconta il regista Stefano Folletti. Ma non solo: Kluz, aggiunge Folletti, deve anche “sventare un attentato contro una celebre personalità”: niente meno che la regina Elisabetta II. Il film vanta l’amichevole partecipazione di attori e artisti come Pippo Santonastaso, Chiara Sani, Luciano Manzalini, Fausto Carpani e Bob Messini, ma per il resto c’è di tutto: il regista (nonché attore e sceneggiatore) nella vita è avvocato, ma del cast fa parte anche un interprete dialettale bolognese che nella pellicola ha il ruolo di un camorrista napoletano che si sforza di parlare… il bolognese.

SUL SET CON LE PISTOLE FINTE: E ARRIVARONO I CARABINIERI

Sullo schermo c’è finito perfino un (vero) poliziotto che recita la parte del malavitoso, dopo che nel film di cinque anni fa (“Capitan Kluz: il ritorno”) sul set erano arrivati i Carabinieri, veri anche quelli, attirati dalle pistole finte usate durante le riprese in periferia. Il protagonista lo interpreta un architetto-tabaccaio, Sergio Rangoni: “E’ un film brillante e comico”, dice alla ‘Dire’ l’attore protagonista, “noi ci siamo divertiti molto e speriamo che si diverta anche il pubblico in sala”.


“IL MANTELLO DI KLUZ? ERA DI MIO FIGLIO, QUANDO CANTAVA IL METAL”

Essendo una “produzione artigianale, che non ha nessuno alle spalle, è un lavoro molto faticoso dovendolo oltretutto coniugare con le nostre professioni. Ma ci siamo impegnati e alla fine lo abbiamo portato a termine”, dichiara il regista. “Abbiamo attraversato problemi tecnici non indifferenti: defezioni dell’ultimo momento, sostituzioni di attori, cambi di ruolo. Ci siamo divertiti ma non abbiamo affrontato la cosa con spirito dilettantistico, nei limiti del possibile abbiamo cercato di muoverci con la massima professionalità”, ci tiene a sottolineare Gabriele Giardini, attore e responsabile del budget. Ecco, il budget: rispetto al precedente episodio “i costi sono triplicati”, riferisce Giardini, superando i 3.500 euro. Eppure, tutto è andato avanti all’insegna del risparmio: il mantello di Kluz “è l’abito che indossava mio figlio quando faceva il cantante metal”, rivela Lorena Grattoni che ricopre il triplice ruolo di attrice, segretaria di produzione e costumista. “Nessun attore di questo film è stato pagato ma neanche maltrattato”, assicura Roberto Tomesani, dopo aver sia recitato che diretto la fotografia.

“UN’OCCASIONE PER RILANCIARE LA BOLOGNINA OLTRE LA RETORICA”

La pellicola finale dura un’ora e un quarto, ma il girato complessivo supera le 100 ore. Molti set, ovviamente, sono stati scelti in Bolognina (dal mercato Albani al Dlf, passando per la tettoia Nervi) ma non mancano incursioni nel resto della città come per le scene girate a Palazzo Malvezzi o al bar Edera della Cirenaica. Il nuovo film dei “cinni” è anche questa volta “un’occasione per rilanciare quello che è la Bolognina oltre la retorica e ciò che anche i dati di cronaca spesso trasmettono in maniera prevalente”, sottolinea la presidente del quartiere Navile, Federica Mazzoni: ovvero “un pezzo di Bologna verace e popolare, con ha radici molto forti che poi ci si porta dietro per tutta la vita”. Attraverso un film, insomma, ci si diverte ma allo stesso tempo “si porta avanti un’azione di marketing culturale e territoriale assieme”, aggiunge Mazzoni.

C’È SPAZIO ANCHE PER UN CAMEO DELL’ASSESSORE COMUNALE

La Bolognina si conferma “un territorio in fermento, in discussione e a volte anche in conflitto, ma dal quale nasce sempre qualcosa di positivo”, rimarca l’ex presidente del Navile, Daniele Ara, oggi assessore comunale alla Scuola. Il quale, attenzione, compare anche nel film: un brevissimo cameo nelle vesti di barista. Lo potranno scorgere gli spettatori che hanno già preso un posto per la prima del 23 e quelli che andranno alla seconda proiezione prevista al Galliera, nel mese di gennaio. Ma il nuovo episodio della saga di Kluz “vorremmo provare a portarlo anche in altri cinema della città”, spiega Folletti. Mentre il protagonista Rangoni già immagina un titolo per il prossimo film: “Capitan Kluz e la Rsa”, cioè una residenza per anziani, visto che ne è passato di tempo da quando i “cinni” si cimentavano per la prima volta con la cinepresa.

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