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Il virus impazza, battaglia politica in corso: chiudere di nuovo davvero o no?

L'editoriale del direttore Nico Perrone per direoggi

Pubblicato:21-10-2020 15:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:06

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ROMA – Passano le ore e i numeri del contagio fanno sempre più paura. Vero che aumentano i tamponi ma ormai sta passando l’idea che il contenimento, di fatto, sia fallito e che ci dobbiamo preparare a momenti più duri.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto al Senato per spiegare l’ultimo decreto con i primi stop. Conte ha usato toni prudenti, rifatto la storia che ci siamo lasciati alle spalle, quando all’inizio eravamo del tutto impreparati. Oggi abbiamo imparato, sappiamo qualcosa di più, è vero, ma basterà? Gli scienziati che si stanno occupando dell’epidemia ormai intervengono a tutto spiano per sollecitare misure più drastiche, vere chiusure.

Il Governo, lo si è capito ancora oggi da Conte, spinge su misure meno drastiche per non bloccare di nuovo e mettere a rischio la già timida ripresa economica. Ma i numeri del contagio, come detto, non fanno ben sperare. Se entro 15 giorni non caleranno non basterà invitare alla prudenza ma scatterà di nuovo lo stop a quasi tutto. Già alcune regioni, quelle più colpite come Lombardia e Campania, hanno già deciso di andare oltre le misure nazionali chiudendo le città e le due regioni con un vero e proprio coprifuoco serale.


Sul versante politico è chiaro che la nuova ondata covid-19 avrà immediate ripercussioni. Già a livello di sondaggi, infatti, si è visto che mentre negli scorsi mesi, uniti dalla paura, quasi tutti avevano trovato nel Governo, e nel presidente del Consiglio, un punto di riferimento, oggi non è più così. Il Paese si è spaccato tra chi rivuole chiudere tutto, chi pensa di procedere piano, chi di rischiare perché il blocco potrebbe sì abbassare contagi ma ‘ammazzare’ sul versante socio-economico portando alla disperazione milioni e milioni di famiglie e cittadini.

E così il consenso, i giudizi positivi nei confronti del Governo calano in modo brusco. Non è un momento facile per prendere decisioni così dure, ma sentendo quello che corre sottotraccia in questo momento prevale il pessimismo, che di qui a poco arriveranno decisioni più drastiche, a partire dalla chiusura di palestre e piscine. Non solo, cominciano a circolare studi incentrati sui contagi all’interno delle scuole, sulla grande potenzialità di contagio che corre tra gli otto milioni di studenti che si sono rimessi in moto e che ogni giorno sono a contatto gli uni con gli altri. Tra 15 giorni, ormai lo dicono in tanti, dati alla mano, si farà un nuovo punto.

In questo momento però, nonostante l’invito del premier a mantenere “attenzione altissima”, se non ci saranno a breve segnali di inversione si deciderà molto prima. Conte ha invitato anche l’opposizione al dialogo ma sarà difficile, perché alle viste ci sono altre elezioni in arrivo, con Torino, Milano, Trieste, Bologna, Roma e Napoli chiamate al voto. E saremo di nuovo anche in campagna elettorale, dove ci si mena e non si dialoga.

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