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Nerone l’amato di Iside, alla Domus aurea trovati affreschi della divinità

La scoperta durante il restauro del criptoportico diventa una mostra

Pubblicato:21-06-2023 14:04
Ultimo aggiornamento:22-06-2023 17:53

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ROMA – Affascinato dall’Egitto, pronto a scoprire i segreti del Nilo, risoluto nella decisione di trasformare Roma in una nuova Alessandria. Di Nerone forse non tutti conoscono la passione per una terra che l’imperatore non ha mai visto di persona, ma che ha adorato al punto da darsi l’appellativo di Amato di Iside. Oggi questo suo nome diventa il titolo di una mostra allestita nella sua reggia, quella Domus aurea che Nerone volle costruire a immagine e somiglianza della Basileia di Alessandro Magno.

Sono le stesse strutture della mitica casa oggi ipogea a raccontare il culto che Nerone dedicò a Iside, raffigurando la divinità egizia in diversi affreschi scoperti durante il restauro del Criptoportico, realizzato in parte nell’ultimo anno dal Parco archeologico del Colosseo.

Così, durante i lavori per la pulitura di questo ambiente di servizio – di fatto un corridoio lungo 60 metri che univa due giardini e che veniva percorso soltanto dalla servitù – sono venute alla luce le figure egizie che costellano parte dei 32mila metri quadrati di superfici affrescate. Dalla scoperta è nata la volontà di raccontare la presenza dell’Egitto nella vita dell’imperatore più discusso e odiato della Roma antica, caduto in una secolare damnatio memoriae insieme alla sua reggia, interrata dalla dinastia Flavia per realizzare le monumentali Terme e anche il Colosseo.


Tant’è, la Domus aurea oggi è uno dei monumenti più emozionanti della Capitale, in grado di raccontare sempre nuove storie grazie alla presenza continua di cantieri per la sua tutela. È nei suoi ambienti più rappresentativi, Aula Ottagona in primis, che è allestita la mostra formata da opere arrivate da Pompei, dal Museo Egizio di Torino, dallo stesso Parco archeologico del Colosseo e anche dal Museo nazionale archeologico di Napoli.

Si parte dalle origini di questa affinità di Nerone con l’Egitto, derivata per esempio dalla seconda moglie, Poppea, fortemente devota a Iside e presente con un busto in marmo posto accanto a quello del giovane imperatore e della madre, Agrippina.

E poi i busti di Seneca e Cheremone, sacerdote di Iside arrivato alla corte di Nerone, a testimoniare il suo interesse per l’Egitto. Tanto che l’amato di Iside finanziò due spedizioni per conoscere tutti i segreti del Nilo, presente in mostra grazie ai contenuti multimediali. Gli stessi che riproducono i fondali del Tevere, dove furono rinvenuti dei frammenti piuttosto voluminosi di una statua colossale di Iside conservata a Monaco e proveniente dal Campo Marzio, dove sorgeva l’Iseo campense – luogo dedicato alla divinità per volere di Pompeo Magno – poi distrutto dai detrattori dei culti stranieri.

“Questa mostra è un’altra occasione per approfondire il tema del legame tra Nerone e l’Egitto. Anche se non ebbe mai occasione di visitarlo, la sua passione fu sempre forte, tanto che in punto di morte pensò si rifugiarsi in Egitto”, ha raccontato oggi il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, che oggi ha accompagnato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a visitare e a tagliare il nastro della mostra che sarà aperta al pubblico dal 22 giugno al 14 gennaio 2024.

“Questa è una ulteriore iniziativa del direttore Russo e del Parco del Colosseo che sta avendo uno strepitoso successo di pubblico. La mostra è un tassello in più del lavoro importante che sta facendo e che come ministero condividiamo”, ha detto il ministro.

Cuore dell’esposizione, gli affreschi di Iside e di altre figure egiziane rinvenuti nel Criptoportico e esaltati da una splendida statua della divinità proveniente dal Museo nazionale archeologico di Napoli. Il Criptoportico, così come il vano 84, resterà interamente aperto al pubblico anche dopo la fine della mostra grazie ai lavori di messa in sicurezza e di restauro eseguiti nell’ultimo anno.

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