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“Mie parole su 25 aprile non appropriate”, le scuse del presidente del Consiglio della Liguria

Il leghista Gianmarco Medusei ieri aveva detto che "anche i partigiani fecero eccidi", oggi le scuse. Ma le parole erano state dette anche in aula

Pubblicato:21-04-2023 17:25
Ultimo aggiornamento:21-04-2023 17:25

Gianmarco Medusei
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GENOVA – Il giorno dopo la bufera, arrivano le scuse. Il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Gianmarco Medusei, interviene con una nota dopo la polemica esplosa in seguito alle sue parole sul 25 aprile, rilasciate ieri in un’intervista a margine della seduta solenne dell’assemblea legislativa per la Festa della Liberazione.

Ho usato una frase non appropriata al contesto– ammette il leghista- non avendo avuto modo di sviluppare i concetti che avrei voluto in quei pochi secondi di intervista, gli stessi che ho poi espresso in modo inequivocabile subito dopo in aula, ricevendo l’applauso di tutta l’assemblea”.

C’è, però, un passaggio del suo discorso in aula, riportato dall’ufficio stampa del Consiglio regionale, che ricalca in massima parte le parole dell’intervista. “Non si può neppure negare, oggi, con la giusta e imparziale consapevolezza, che la Resistenza mostrò anche parentesi tragiche e lontane dall’intento nobile per cui era sorta- dice Medusei- ci fu anche chi si macchiò di orrendi crimini e rappresaglie, che infangarono i tanti valorosi combattenti che scesero sul campo di battaglia non certo per portare altro terrore, o magari per imporre un diverso regime”. Per il presidente del Consiglio regionale ligure si trattava, a suo dire, di “un dovere ricordarlo, perché chi ha subito queste violenze è stato vittima di un sopruso, al pari di chi subì i soprusi del regime fascista. Le vittime innocenti non hanno colore; non esistono vittime più o meno tali. Ognuna di esse, nel giorno in cui si celebra la Liberazione, deve essere commemorata, invocando i valori della democrazia, affinché certi eventi tragici non abbiano più a ripetersi”.


Medusei, in ogni caso, nella nota di oggi rivendica di essere “da sempre uomo delle istituzioni che crede, come recita la legge regionale e come ho ribadito ieri nella seduta solenne, nei valori della Resistenza e nei principi della Costituzione“. Infine, sottolinea anche di aver “specificato che il rosso della bandiera ligure rappresenta il sangue di chi ha dato la vita per la nostra Libertà. Mi spiace che qualcuno si sia sentito offeso, ma chiedo a tutti di non fare inutili strumentalizzazioni e di ascoltare il mio discorso in aula e non poche parole di un’intervista”.

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